Stato vegetativo e stato di minima coscienza

Il gruppo di lavoro ministeriale su “Stato vegetativo e stato di minima coscienza" ha presentato un documento nel quale si riporta il risultato dei lavori per l’individuazione di un glossario di riferimento su questi temi.

TESTO DEL GLOSSARIO

Il Gruppo di Lavoro sullo stato vegetativo e di minima coscienza è stato costituito il 24 ottobre 2008 ed è presieduto dall'On.le Eugenia Roccella, Sottosegretario di Stato del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.
Il Gruppo di lavoro ha il compito di elaborare un documento aggiornato circa:

- la definizione di stato vegetativo e stato di minima coscienza
- le conoscenze epidemiologiche che aiutino a caratterizzare le dimensioni della condizione di stato vegetativo e di stato di minima coscienza, anche in riferimento alla sua evoluzione ed all'outcome, precisandone le possibilità di recupero nei diversi tipi di etiologia e nelle diverse fasi di malattia
- le evidenze scientifiche che documentino la persistenza di elementi di coscienza e di modalità di comunicazione più o meno elementari nei pazienti in stato vegetativo e stato di minima coscienza
- gli strumenti e i metodi di indagine con i quali tali elementi di coscienza e tali modalità di comunicazione possano essere meglio riconosciuti

Presidente:

On.le Eugenia Roccella

Componenti:

Prof. Rita Formisano

Prof. Gianluigi Gigli
Prof. Rodolfo Proietti
Prof. Paolo Maria Rossini
Prof. Giuliano Dolce
Prof. Arrigo Moglia
Prof. Antonio Carolei

Prof. Alberto Zangrillo
Prof. Assunta Morresi
Dott. Marcello Imbriani
Dott. Placido Bramanti
Dott. Massimo Fini
Dott.ssa Matilde Leonardi
Prof.ssa Maria Rachele Zylberman

Partecipano ai lavori del Gruppo, i seguenti rappresentanti Salute e delle Politiche Sociali:
Dott. Filippo Palumbo
Dott. Massimo Giannone
Dott. Marco Spizzichino.

E’ improprio parlare di irreversibilità dello stato vegetativo permanente di Eluana Englaro dal momento che tutti i pazienti in questa condizione potrebbero risvegliarsi. Nel documento, presentato dal sottosegretario Eugenia Roccella, si afferma chiaramente che "pur essendo le possibilita' di recupero sempre minori con il passare del tempo dall'insulto cerebrale, oggi il concetto di stato vegetativo e' da considerarsi superato, e sono documentati molti casi, benche' molto rari, di recupero parziale di contatto con il mondo esterno anche a lunghissima distanza di tempo. E' pertanto assurdo poter parlare di certezza di irreversibilita'". "Lo stato vegetativo - ha sintetizzato quest'ultima - non puo' mai essere definito irreversibile". La sentenza della Cassazione su Eluana, ha segnalato il sottosegretario, "non entra nel merito dell'irreversibilita". Se passa il concetto che queste persone sono "quasi morte", come si e' letto in questi giorni, e' giustificabile che si sospenda l'alimentazione. Ma sono persone vive, disabili gravissimi che vanno curati e amati". Secondo la Roccella, "in questi giorni si e' fatta molta confusione, e anche illustri scienziati come Veronesi, non esperti della materia, hanno fatto valutazioni poco precise sull'irreversibilita' di Eluana e di quelli come lei."

Si riporta il commento del Dott. Lopes Pegna, Presidente del Gruppo Gre.ca.le di Firenze:
Mi sembra che la confusione sia fatta dall'On. Roccella; la sentenza della Cassazione non entra nella discussione su stato vegetativo persistente o permanente perché si è espressa solo per riconoscere il diritto dell'autodeterminazione in merito alle scelte sanitarie espresso in vita da Eluana, sia che si tratti di terapie che di eventuali sostegni alla vita quali l'alimentazione e idratazione "artificiale" (non fa differenza se l'INA sia o meno da considerare terapia), che nel suo caso si deve però chiamare "forzata". Se una persona competente decide di non essere alimentato o idratato, nessuno lo può obbligare; così non è stato possibile obbligare quella donna all'amputazione di un arto per gangrena, senza la quale sarebbe morta. Quello che rivendica Peppino Englaro è che l'autodeterminazione concessa ai competenti, rimanga un diritto anche per chi non è più competente come Eluana. Eluana aveva chiaramente e in più riprese espresso la volontà, come riconosciuto dalla sentenza, di non voler continuare un'esistenza di non vita legata alle macchine o a supporti di sopravvivenza artificiali. E' in giuoco quindi l'Art. 32 della Costituzione e la Convenzione di Oviedo, non un problema scientifico sul quadro dello stato vegetativo.

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