Sabato 27 settembre al Festival della Salute di Viareggio si è tenuto un dibatito sul tema "L'autodeterminazione dell’individuo: un diritto in ogni fase della vita", a cui hanno partecipato il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, Beppino Englaro e Mina Welby.
«L’alimentazione e l’idratazione, come ha stabilito la Corte di Cassazione, sono un presidio terapeutico, malgrado quello che dica la Chiesa. E quindi, il curatore di un malato che non è più in grado di esprimere la propria volontà di rifiutarli, può chiederne la sospensione». Così Beppino Englaro ha sintetizzato la vicenda che riguarda la figlia, da sedici anni in stato vegetativo permanente irreversibile. Il papà di Eluana, intervenuto nel corso del dibattito “L’autodeterminazione dell’individuo: un diritto in ogni fase della vita”, in programma al Festival della salute a Viareggio, ha rimarcato che la sentenza della Corte di Cassazione è arrivata “dopo 5.750 giorni dall’incidente di sua figlia, cioè dopo 15 anni e 9 mesi”. «Non mi sarei mai sognato – ha aggiunto – che altri avrebbero deciso le sorti di mia figlia, perché scegliere la propria sorte è un diritto stabilito dalla Costituzione».
Al dibattito hanno partecipato anche il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella e Mina Welby. Sulla necessità di una legge sul testamento biologico, Eugenia Roccella ha detto: per evitare che si ripetano interpretazioni come quella della sentenza sul caso Englaro, che si basa su criteri discutibili in base ai quali le volontà di Eluana sono state dedotte dagli stili di vita e non da dichiarazioni scritte». «Il diritto alla libertà di cura – ha aggiunto Roccella – non può diventare un diritto a morire, al suicidio assistito: non bisogna lasciare varchi all’eutanasia». I punti saldi su cui la legge deve nascere, secondo il sottosegretario al Welfare – sono la necessità che «la dichiarazione anticipata di trattamento sia scritta e autenticata».
Quanto all’ipotesi che il testamento biologico non sia vincolante per il medico, la Roccella sottolinea che «la libertà del medico debba essere garantita».
Quanto all'accelerazione impressa dal Parlamento l'estate scorsa per arrivare a un disegno di legge sul testamento biologico,Mina Welby puntualizza «Bisogna arrivare a una legge sul testamento biologico che raccolga le dichiarazioni di fine vita non solo per rifiutare alcune cure, ma anche per chiederle». Così la vedova dell'esponente radicale Piergiorgio che ha combattuto la sua battaglia personale per il diritto di ogni cittadino a decidere quando morire: "Io credo che nessuno possa decidere per me, il diritto ad accettare o rifiutare le cure è sancito dalla Costituzione italiana all'articolo 32. Un malato” – ha aggiunto – “può decidere tante cose: anche di non essere lavato, o nutrito. E ci sono anche anziani che a un certo punto smettono di mangiare e si lasciano morire”.
«Bisognerà tenere conto che nutrizione e idratazione artificiali sono terapie mediche, e non ordinarie, ma straordinarie, come ha ribadito la Società italiana di nutrizione parenterale ed enterale (Sinpe)». Mina, che è anche un'esponente del Partito Radicale, ricorda che "oltretutto la Peg e il sondino le possono inserire solo i medici, non certo i cuochi". Quanto poi ad alcune delle ipotesi sulla possibile scrittura di una legge sul testamento biologico che ha diviso il Parlamento, la vedova di Piergiorgio Welby suggerisce una semplice ricetta: "Le chiusure personali di ciascuno non devono, o non dovrebbero, essere accampate per decidere la vita degli altri. Io, per esempio - rivela - pur essendo sempre stata contraria all'aborto, ho votato a suo tempo per la legge e sono contenta di averlo fatto. I politici facciano lo stesso, anziché chiudersi pensino a cosa serve realmente al malato che - conclude - è una persona che soffre".
In riferimento all’intervento fatto nei giorni scorsi deal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, Beppino Englaro ha detto: «Nell’ultima parte della sua vita Giovanni Paolo II ha potuto dire di no ed Eluana no». «Bagnasco sa che papa Giovanni Paolo II ha avuto problemi orofaringei, di respirazione e deglutizione. Però non ha voluto in nessun modo essere tracheotomizzato per poi procedere all’alimentazione con un sondino nasogastrico. E poi non ha voluto la ventilazione artificiale: ecco la liberta che mia figlia non ha. Giovanni Paolo II ha potuto dire basta ed Eluana no».
Fonti:Adnkronos Salute/La Repubblica
E' possibile ascoltare la registrazione audio e video del dibattito cliccando qui.
(sito web Radio Radicale)
A cura di Elisa Valdambrini