Roma: via la registro dei testamenti biologici

Nel X Municipio di Roma nasce il registo per Testamento Biologico. Per tutti i cittadini della capitale, infatti, sarà possibile depositare le proprie volontà in merito.

«Se dovesse capitare a me, se dovessi finire prigioniera del mio stesso corpo, in balia di medici e infermieri che decidono quando e come spostarmi, lavarmi, nutrirmi, credo che impazzirei. Crudeltà non è staccare la spina: è questa la vera crudeltà. Bisogna che ci pensino bene in Parlamento. E sa perché? Perché potrebbe capitare a chiunque. Anche a loro».
Paola Della Manna è la seconda persona che ieri ha firmato e lasciato il suo testamento biologico nella sede del Municipio X, a Roma.La prima a firmare è stata Mina Welby.
Firma simbolica, la sua: Mina, una signora minuta, coni capelli bianchi e l’aria dolce di chi ha molto sofferto e molto sa, era moglie di quel Piergiorgio Welby che per 40 anni lottò con la distrofia muscolare che alla fine lo costrinse all’immobilità totale, attaccato a una macchina per sopravvivere. Welby condusse una durissima e inascoltata battaglia affinché la possibilità di scegliere come vivere e quando morire in caso di situazioni irreversibili, di scegliere insomma l’eutanasia, diventasse legge.

«Da oggi i romani, a qualunque municipio appartengano - ha detto ieri il presidente del Municipio X, Sandro Medici, - potranno depositare qui da noi il proprio testamento biologico. Lo potranno fare tutti i cittadini perché la procedura è quella dell’atto notorio sostitutivo che ha valore nell’intero perimetro comunale, come per la carta d’identità».

Al servizio, attivo per ora tutti i mercoledì dalle 15 alle 17, si potrà accedere su prenotazione.
Si dovranno compilare due moduli: il testamento vero e proprio, in cui si delega una persona a far conoscere al medici la volontà del malato. E una dichiarazione che attesta l’avvenuto deposito, a cui corrisponderà un numero progressivo annotato nel registro.

«C’è chi sostiene che l’iniziativa non abbia valore giuridico - spiega Medici - Ma non è così. Siamo in una situazione di vacatio legis: proprio per questo la coordinata principale resta l’articolo 32 della Costituzione. Almeno finché il Parlamento non voterà una legge che vieti i testamenti biologici».
L’articolo 32 della Costituzione dice: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”: «Abbiamo queste belle direttive - commenta Mina Welby - del tutto inascoltate. Una situazione unica in Europa, dove è il malato che decide e non i medici o i parenti».

Nel pomeriggio poi arriva una nota del sindaco Gianni Alemanno. «Questa iniziativa ha un chiaro sapore di manifesto ideologico», dice. Pronta la replica di Medici: «Il nostro registro non è un manifesto ideologico. Ma un tentativo concreto di accogliere e ascoltare le esigenze dei nostri cittadini».

Fonte:
La Repubblica 9 marzo 2009 - articolo di Rory Cappelli

A cura della Dott.ssa Emilia Uccello

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