E’ stato pubblicato su Panorama della Sanità (n.12/marzo 2005) il documento, approvato all’unanimità dal COMITATO NAZIONALE DI BIOETICA, concernente le "Medicine alternative e il problema del consenso informato".
Il documento integrale di cui segnaliamo alcune parti è disponibile presso il CESDA.
[14.]"Il CNB riconosce come spetti ad ogni singolo medico la c.d. libertà di cura (in cui anzi è da vedersi uno dei fattori del progresso della medicina); ma tale libertà deve necessariamente esercitarsi nella prospettiva fondamentale della tutela della salute del malato e quindi prevedere in primis la proposta al paziente dell’applicazione di rimedi di comprovata efficacia.” [15.] “E’ comunque indubbio, a parere del CNB, che in alcune circostanze (in particolare nel caso di forme morbose non gravi o di pazienti ipocondriaci, o in fase di terapia palliativa) appaia giustificato ricorrere alla somministrazione di sostanze o all’esecuzione di pratiche scientificamente non convalidate, a condizione che il paziente, competente e informato, lo richieda espressamente. Il CNB unanime ribadisce però che nel caso di situazioni morbose sicuramente gravi, per le quali esistono rimedi conosciuti ed efficaci, non appare in nessun caso lecito, né giuridicamente, né deontologicamente, né bioeticamente che il medico non effettui gli accertamenti esigiti dalla medicina scientifica e non ponga in essere ogni sforzo per chiarire al paziente le conseguenze di un suo eventuale rifiuto di quelle cure che tale medicina giudica utili o addirittura indispensabili. Il CNB è quindi unanime nel ritenere che in tali casi le pratiche mediche non fondate scientificamente non possono sostituire quelle della medicina scientifica.[16.] “Il CNB è dell’opinione che, se un paziente, adeguatamente informato, intende espressamente rinunciare alle terapie della medicina scientifica e ritiene piuttosto di avvalersi delle indicazioni terapeutiche di una medicina alternativa prescrittagli da un medico, i costi delle preparazioni e delle prestazioni fornite non debbano essere posti a carico del Servizio Sanitario Nazionale.” [18.] “ E’ auspicabile che le Università e più in generale tutti gli enti di ricerca nella loro autonomia sviluppino programmi di ricerca sulle medicine alternative, sulla loro storia, sulla loro diffusione, sulla loro plausibilità epistemologica, sui risvolti sociologici del loro impiego e su qualsiasi altro loro aspetto che sia rilevante ai fini della diffusione e dell’incremento del sapere. ”[19.] “ E’ infine essenziale che l’insegnamento relativo alle medicine venga affidato a studiosi individuati secondo le ordinarie modalità di reclutamento dei docenti universitari, […] ”