Nei giorni scorsi l'oncologo Umberto Veronesi, in una lettera indirizzata al premier Berlusconi e pubblicata dal Corriere della Sera, critica la legge sul Biotestamento.
"Ci sono temi fondamentali che non sono nè di destra nè di sinistra e neppure di questa o quella religione. Fra questi c'è la libertà e il diritto di ogni uomo di accettare o rifiutare le cure in ogni circostanza, sulla base delle proprie convinzioni e del proprio progetto di vita''. ''Un'ampia parte della popolazione ha sviluppato, accanto all'eterna paura di morire, quella di vivere indefinitamente una vita artificiale'', scrive Veronesi. ''Per scacciare questo spettro ha creato un movimento civile per il testamento biologico e ora si trova nell'assurda situazione di aver sollecitato una legge che, invece di tutelare la sua scelta, la tradisce, e va nella direzione opposta al principio per cui il Biotestamento è nato: il rispetto della volontà della persona''. Per Veronesi è ''meglio nessuna legge di una una legge che ci ricaccia indietro nel progresso di civilizzazione, è antistorica e si pone in senso contrario anche rispetto ai Paesi più accanto e più affini a noi come Germania, Francia e Spagna''. ''Posso capire che, per motivi complessi e antichi, non si riesca anche da noi a pervenire ad una legge sul Testamento biologico, ma non c'è motivo di farne una contro, che nessuno realmente vuole''. ''In assenza di una legge" – prosegue Veronesi – "la preoccupazione di promulgare norme anti-cristiane si annulla: se ognuno e' libero di scegliere per sè, non c'è alcun motivo per dubitare che i credenti decideranno in base alla loro fede, seguendone la dottrina''.