Si preannuncia battaglia alla Camera sul testamento biologico e il senatore del Pd, l'on. Ignazio Maribo., dichiara: «Non dobbiamo confondere il compito di un Parlamento con il compito della Chiesa».
Non si sa ancora quando, ma molto presto la Camera dei Deputati dovrà affrontare la controversa legge sul testamento biologico. Il testo approvato al Senato, dopo la dolorosa vicenda di Eluana Englaro, dovrà essere convertito in legge e già lo scontro si preannuncia fortissimo. A parte qualche defezione lo schieramento di maggioranza sembra compatto nel difendere il testo di Palazzo Madama. Nell'opposizione i distinguo sono maggiori, c'è poi chi, come il senatore Ignazio Marino, candidato alla segreteria del Partito Democratico, sostiene le ragioni di una visione laica.
Anche se non è stato ancora reso noto il calendario dei lavori, è certo che fra poco il Parlamento sarà chiamato a discutere la controversa legge sul testamento biologico. Già la Commisione Affari sociali è oggi al lavoro per accogliere eventuali modifiche al testo approvato al Senato. Ma sicuramente la vera battaglia avverrà nell'Aula della Camera e che lo scontro sarà forte lo dimostra l'appello odierno del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi che sollecita il Parlamento «a legiferare in maniera tale che un caso come quello di Eluana, non debba più ripetersi».
Giovanardi rende noto di aver distribuito «a tutti i deputati un piccolo promemoria sul caso Eluana Englaro perchè nel dibattito sul testamento biologico si conoscano due elementi fondamentali di verità che impongono il Parlamento di intervenire. Il primo - riferisce lo stesso Giovanardi - è la dichiarazione firmata dal dottor Riccardo Massei, primario di rianimazione dell'ospedale di Lecco che ebbe Eluana in cura dopo l'incidente, secondo il quale una persona giovane, con quel tipo di trauma, ha grandi possibilità di recupero con risultati positivi attraverso un lavoro di riabilitazione, che può durare da uno a 5 anni, ma che può anche approdare ad uno stato vegetativo permanente o persistente.
Il parere dell'opposizione non cattolica è diametralmente opposto. Lo dimostrano le parole del senatore Ignazio Marino, medico e candidato alla segreteria del Pd, che già aveva proposto una legge in merito al testamento biologico.
«Un paese come l'Italia – dice Marino - non può scrivere una legge in materia di cure mediche senza tenere presente le conoscenze scientifiche di quel momento, se una persona non può respirare da sola oggi si può mantenere in via attraverso una procedura che permette di mantenerla in vita. Se invece una persona perde la capacità di inghiottire, in quel caso con un tubo inserito nello stomaco può essere nutrita. Si tratta di cure mediche, è quindi bizzarro che il Senato abbia detto che non sono cure mediche. Quindi io penso che, come succede negli Stati Uniti, chi meglio della famiglia può stabilire se volere o non volere quelle cure, non certo lo stato con una legge».
Per l'esponente del Partito Democratico il punto di riferimento deve essere la Carta costituzionale: «Io penso che un paese laico come l'Italia deve utilizzare un metodo laico nella lettura della Costituzione. Esiste l'articolo 32 che dice che la salute è un diritto degli individui, questo articolo ha una storia suggestiva, infatti la prima parte è stata scritta senza il secondo paragrafo che a sua volta stabiliva che nessuno può essere sottoposto a cura medica senza la sua volontà. Fu un idea di un giovane Aldo Moro il quale pensava che nessuna cura poteva essere obbligatoria. Il principio è già chiaro dunque: noi non dobbiamo confondere il compito di un Parlamento con il compito della Chiesa».
Naturalmente gli schieramenti alla Camera non sono totalmente compatti, sia nel Pdl che nel Pd esistono casi come quelli di Benedetto Della Vedova e Paola Binetti che contraddicono l'impostazione di massima dei propri partiti. Marino però fa un altro riferimento, quello alla terza carica dello Stato: «Io credo che alla Camera c'è una situazione diversa a cominciare dal presidente Fini che ha già espresso dubbi sul testo del Senato. Fini infatti si è chiesto se questa è una legge che risponde a principi etici piuttosto che a quelli giuridici. Credo anche che la Camera poichè non si è mai occupata di queste questioni terrà conto dell'opinione dell'Ordine dei medici e questo è già un passo avanti».
Molto spesso le leggi dello Stato non corrispondono totalmente al sentire dell'opinione pubblica, soprattutto quando si affrontano materie che coinvolgono convincimenti etici. Ma uno Stato laico deve tener conto degli aspetti giuridico-scientifici che possano essere applicati alla totalità dei cittadini. Ignazio Marino fa riferimento ai dati per portare avanti il suo discorso, anche all'interno dello stesso Pd : «Qualunque sondaggio scientifico, come quello dell'Eurispes della fine del 2006 e dell'inizio 2007, dimostra che l'80% dei cittadini italiani sa perfettamente cosa significa scrivere un testamento biologico. Una percentuale sempre superiore all'80% dice che a decidere deve essere la persona e non lo Stato. Se il 98% dei nostri elettori la penserà come Paola Binetti, e cioè che idratazione e nutrizione devono essere somministrati acnhe a chi non vuole, allora me ne farò una ragione. Ma se al contrario la penseranno come me allora anche Paola Binetti deve farsene una ragione».
di Alessandro Fioroni
Fonte: AMI (Agenzia Multimediale Italiana) - 22 settembre 2009