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Anche la chiesa valdese, come altre associazioni, si è mossa verso il testamento biologico, infatti oggi a Milano nel suo Centro Culturale di via Francesco Sforza ha promosso un registro e uno sportello pubblico per chi voglia esprimere "le proprie direttive anticipate di fine vita".

"A tutt'oggi una legge che regolamenti le direttive anticipate di fine vita non è stata ancora approvata dal Parlamento - ha dichiarato Maria Bonafede, capo esecutivo della Chiesa valdese - la vicenda di Eluana Englaro ci ha profondamente colpito e stimolato ad una riflessione personale e collettiva, conducendoci a prendere in considerazione la possibilità che la perdita di capacità sia un'occorrenza che potrebbe accadere ad ognuno di noi".

Alla presentazione è intervenuto anche Beppino Englaro, padre di Eluana, che ha dato il suo plauso al progetto: "È un'idea apprezzabile, soprattutto perché proviene da cristiani laici che si sono coraggiosamente impegnati per una battaglia per la libertà e i diritti fondamentali delle persone. Spero che questa iniziativa - ha concluso Englaro - sia da stimolo alle autorità pubbliche per fare in modo che la futura legge sul testamento biologico sia davvero costituzionale".

I componenti della chiesa valdese in questo modo vogliono dare la possibilità alle persone di poter esprimere le proprie scelte compiute con coscienza e volontà in previsione di una futura incapacità nell'esprimere validamente il proprio pensiero. Per questo è stato preparato un modulo appositamente per coloro che vogliano esprimere i propri desideri in merito ai trattamenti sanitari, ed eventualmente anche al loro funerale, e/o nominare una persona di fiducia cui affidare il corretto adempimento di tali direttive. Per la compilazione o per ricevere maggiori informazioni sarà aperto anche uno sportello nel Centro Culturale di viale Sforza, le direttive verranno raccolte, firmate in presenza di testimoni, e conservate presso gli uffici dela Chiesa.

(omnimilano.it)