La legge sul dolore approvata il 9 marzo scorso prevede che nella cartella clinica venga introdotto un parametro che "misura" l'intensità del dolore: il medico dovrà chiedere al paziente se ha dolore e di quale intensità per agire con l'impiego della terapia analgesica - compresa quella con oppioidi - più adatta a lenire quello specifico dolore (di qualunque natura esso sia, post operatorio, collegato ad accertamenti diagnostici invasivi, fino a quello legato alle patologie croniche).
E' per questo che Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti) ha realizzato un progetto - presentato nel corso del XV Congresso Nazionale in corso a Bologna - orientato alla gestione del dolore in medicina interna che prevede un corso di formazione e un progetto di studio osservazionale nelle varie Unità Operative di Medicina Interna Fadoi. Il corso fornirà ai medici internisti le conoscenze e gli strumenti per prescrivere al paziente le più efficaci e le più sicure opzioni terapeutiche. In questo ambito, la sessione congiunta di Animo (l'Associazione degli Infermieri Internisti Ospedalieri) con Fadoi, affronterà poi una questione di grande complessità: gestione del dolore e accanimento terapeutico nel paziente anziano.
"Il dolore cronico e il dolore oncologico rappresentano un problema di salute pubblica a livello mondiale sia per l'invecchiamento della popolazione che comporta una maggior frequenza di patologie osteoarticolari, arteriopatie e neuropatie, sia per l'aumento della patologia oncologica. Per questo il controllo del dolore deve necessariamente entrare nel bagaglio culturale e professionale del personale medico e infermieristico in tutti i reparti ospedalieri - spiega il presidente nazionale Fadoi Antonino Mazzone a proposito dell'entrata in vigore della legge -. Sappiamo infatti che il controllo del dolore consente di ottenere una ricaduta positiva sull'evoluzione complessiva del paziente e un migliore risultato anche nella cura della patologia di base".
AL VIA PROGETTO ISAL PER RETE SU TERRITORIO - Una rete sul territorio italiano per supportare i cittadini e i medici nel percorso di cura del dolore cronico. E' il progetto "Cento Città contro il Dolore", messo a punto dalla Fondazione Isal (Istituto di Ricerca e Formazione in Scienze Algologiche) e presentato oggi a Roma.
In particolare, spiega una nota, sono nate sul territorio una serie di sezioni locali Isal supportate da medici algologi, con lo scopo di sostenere lo sviluppo delle reti istituzionali di cura del dolore, aiutare i cittadini a comprendere meglio la natura del proprio problema e informarli sulle possibilità di cura, evitando così una dispersione di tempo e risorse sia per il paziente che per il sistema sanitario.
Sono già state create circa 20 sezioni locali ma molte altre sono in attesa di apertura.
Il dolore cronico (quello che perdura per oltre 3 mesi) colpisce oltre 12 milioni di persone in Italia, terzo paese europeo per frequenza di casi (dopo Norvegia e Belgio).
Mal di schiena, emicrania, artrosi, artrite, nevralgie, dolori alle articolazioni ed herpes zoster sono alcuni esempi di malattie che possono scatenare il dolore cronico. Per migliorarne l'assistenza è stata recentemente approvata (9 marzo 2010) la nuova legge "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore" che favorirà la creazione di reti assistenziali specializzate.
"La legge - ha spiegato il professor William Raffaeli, presidente Fondazione Isal e Direttore dell'Unità Operativa di Terapia Antalgica e Cure Palliative presso l'Ospedale Infermi di Rimini - è il risultato di un approfondito confronto tra specialisti, istituzioni, associazioni per allineare i nostri standard di cura a quelli europei e garantire ai pazienti le migliori cure".
Fonte: Aduc Salute