Ivan Cavicchi, sociologo e docente all’Università Tor Vergata di Roma, ha inaugurato, il 16 gennaio 2015, il ciclo di incontri “STARE vicino a chi vive il dolore di una perdita”, organizzato da FILE – Fondazione Italiana di Leniterapia Onlus – nella città di Firenze. La conferenza ha sviluppato il tema della Solidarietà come rapporto paritetico basato sul rispetto, principio fondante di ogni comunità.
Nel campo del diritto, la solidarietà è intesa come obbligazione plurisoggettiva di tipo etico-sociale e nel Trattato di Lisbona del 2007 è stata introdotta all’art. n. 222 una clausola di solidarietà che impone agli stati dell’UE di agire “in spirito di solidarietà”.
Nell’ambito della sociologia, la solidarietà è intesa come capitale sociale in due modi: come appartenenza ad un gruppo/comunità e come relazione di reciprocità che lega più persone.
Nell’attuale organizzazione sanitaria si sta recuperando il valore della relazione tra équipe sanitaria e persona malata, come significato del legame sociale che caratterizza ogni relazione terapeutica.
Il prof. Cavicchi ha sottolineato come si sia passati nella realtà sanitaria dal concetto di malato come paziente che accetta dal medico la cura che gli viene proposta, al malato come soggetto esigente che si prende cura di sé usando la medicina, in una concezione attiva della cura.
Oggi dobbiamo quindi ricapitalizzare il capitale sociale e riportare il concetto di solidarietà sul terreno dei principi, recuperandolo come dovere, come viene d’altronde inquadrato proprio nell’enunciato dell’art. n.2 della nostra Costituzione (cit. “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”).
È necessario infatti riconoscere che la convivenza sociale è garantita dalla cooperazione tra gli individui piuttosto che dalla competizione, sulla quale ormai troppo si basa il nostro sistema economico.
Anche nell’attuale sistema sanitario si parla troppo di compatibilità economica e troppo poco dei vincoli di solidarietà su cui si deve basare un’organizzazione che abbia davvero a cuore la tutela della salute come interesse della collettività.
A cura di Mariella Orsi