Mercoledì 24 febbraio è stato pubblicato il parere del CNB su "Sedazione palliativa profonda continua nell’imminenza della morte". l parere è stato coordinato e scritto dal Presidente vicario Prof. Lorenzo d’Avack, in risposta ad un quesito dell’on. Paola Binetti.
Il Comitato critica l’espressione ‘sedazione terminale’, usata in letteratura, perché ambigua ed imprecisa e propone la terminologia ‘sedazione palliativa profonda continua nell’imminenza della morte’ per indicare la somministrazione intenzionale di farmaci, alla dose necessaria richiesta, per ridurre il livello di coscienza fino ad annullarla, allo scopo di alleviare o abolire la percezione di un sintomo refrattario, fisico e/o psichico, altrimenti intollerabile per il paziente, in condizione di imminenza della morte.
Il Comitato si sofferma sulla distinzione tra sedazione profonda ed eutanasia e per l'obiettivo, le procedure e gli esiti, ritiene che la sedazione profonda continua, che si estende fino alla perdita di coscienza del paziente, vada ritenuta un trattamento sanitario e non vada confusa con l'eutanasia o con il suicidio assistito o l'omicidio del consenziente.
Sedazione palliativa profonda continua nell’imminenza della morte