Quando le parole di un medico aprono il cuore di un'adolescente in lutto...

Dopo aver letto l'articolo, pubblicato sul 4 numero di Laborcare Journal, di A.Lopes Pegna che ha curato il suo babbo, un'adolescente sente il bisogno di comunicare le sue emozioni.

Buonasera professore, sono Sara la figlia di Marco, ho appena letto il suo articolo, bhe che dire sono rimasta senza parole... tanto affetto, ma allo stesso tempo molta diplomazia... è stato un grande pensiero verso tutta la nostra famiglia, ma soprattutto un grande gesto, ormai è un anno che babbo marco non è piu tra d noi, sembra ieri che lo andai a trovare all'ospedale dopo l'operazione, era in sala intensiva con mille tubi attaccati che lo aiutavano a respirare, feci capolino dalla porta perchè babbo non voleva che io lo vedessi stare male, non voleva che entrassi, perchè sapeva che soffrivo e non voleva farmi soffrire ancora di piu, ma fu un attimo, un nano di
secondo come se qualcuno mi dicesse o mi raccontasse che sarebbe stato giusto che io entrassi perchè babbo non sarebbe piu tornato a casa.
Entrai e dal primo momento che lo vidi mi strinse la mano, non mela lasciava più, mi guardava come se fosse l'ultima volta che lo potesse fare ed'è stato così.
E poi ci fu la famosa chiamata dove i dottori dicevano che babbo era grave e che bisognava correre all ospedale, io già sapevo che babbo era salito in cielo, il mondo? Il mondo mi è cascato a dosso, babbo per me era veramente tutto, il punto di riferimento , la mia protezione quando mi trovavo nei guai, era la persona che condivideva ogni mia passione dal ballo al mare alla fotografia, era una di quelle persone che la vita ti fa incontrare per farti un regalo, quell'uomo forte grosso con le spalle grosse che non aveva paura di niente e di nessuno, però durante la sua malattia la sua bambina scoprì la sua grande e unica paura , e lo sa professore quale
era? " LA MORTE" , odiava quella parola, odiava chi la pronunciava. Babbo era un uomo che non dimostrava con dimostrazioni plateali il proprio bene verso le persone ma lo dimostrava con i fatti, io in 17 anni l'ho sentito poche volte dirmi ti voglio bene, ma non perchè non mene voleva anzi forse mene voleva troppo ma perchè era lui caratteriale così... bhè è come se la malattia il tumore quel mostro che lo mangiava dentro lo avesse in qualche modo cambiato, non c'era sera che non piangesse che nn mi abbracciasse che non mi dicesse ti voglio bene amore mio, aveva paura di morire, io babbo non l'ho mai visto piangere, mai ed io non concepivo il perchè di quelle lacrime, lui il babbo forte e coraggioso che non piangeva mai , che nn si arrendeva davanti ai problemi, è crollato.
Sa professore ho 18 anni e ho una vita davanti potrebbero cambiare tante cose ancora però manca un anno per
finire le superiori ed iscrivermi all'università, Medicina Chirurgia, diventare medico chirurgo salvare vite umane e cercare al meglio di vedere i parenti soddisfatti, e di schiarire al massimo i loro dubbi le loro preoccupazioni di fargli capire e di essere consapevoli a cosa potrebbero andare incontro , diventare al livello umano come lei professore... un uomo un marito un padre prima d essere professore, lei è stato un grande punto per la nostra famiglia, come lo era per babbo.
Mi sono azzardata a chiedere a mamma la sua email perchè avevo voglia di scriverle queste parole, perchè io non smetterò mai di portare il nome di babbo in alto nn smetterò mai di lottare anche se naturalmente il mio babbo non melo riporterà nessuno a casa, la ringrazio per tutto davvero.
Buonanotte un abbraccio e con affetto
Sara

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