Ordine dei medici: non è esclusa presenza minima di coscienza

A metà giugno gli Ordini dei medici di 14 province - Bologna, Catania, Ferrara, Latina, Lodi, Lucca, Messina, Milano, Palermo, Pavia, Potenza, Rimini, Roma e Trieste - hanno costituito un Gruppo di studio per approfondire le conoscenze sullo stato di coscienza variamente rilevabile nelle persone in stato vegetativo.

Ne fanno parte medici neurologi, neurochirurghi, rianimatori e riabilitatori appartenti a strutture sanitarie di sette regioni: Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Sicilia, Toscana.

"Allo stato attuale delle conoscenze - si legge in una nota sottoscritta dagli ordini dei medici delle 14 province coinvolti - si ritiene che non possa essere esclusa la presenza di elementi di coscienza nei pazienti in stato vegetativo, ma che il loro livello e qualità possano variare da persona a persona in funzione anche del contesto ambientale".

"Sebbene in caso di recupero tardivo può essere verificato un livello percettivo compromesso, non può essere escluso in assoluto - si legge ancora nella nota - un miglioramento successivo delle funzioni cognitive, anche a distanza di molti anni dall'evento, per l'intervento di processi rigenerativi e di riorganizzazione plastica delle strutture cerebrali".

Il Gruppo di lavoro dei 14 Ordini ritiene inoltro opportuno raccomandare che in futuro, in pazienti selezionati, gli studi sulla riabilitazione dello stato vegetativo e/o di minima coscienza possano essere effettuati utilizzando anche i risultati della risonanza magnetica funzionale cerebrale come guida per la pianificazione degli interventi.

I risultati dei lavori del Gruppo di studio saranno valutati dal Coordinamento degli Ordini dei medici interessati per il posibile impatto sul Codice di Deontologia Medica.

Fonte: Aduc Salute

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