L'uso crescente delle tecniche che consentono di osservare le aree cerebrali attivate durante un particolare compito (PET, fMRI) sta cambiando lo studio della fisiologia alla base delle emozioni e dei comportamenti. Una cosa è essere convinti intellettualmente che la tendenza all'altruismo abbia un fondamento neurologico, un'altra è vedere le aree colorate della PET. Così è nata la neuroetica, un nuovo ambito della ricerca caratterizzato da rilevanti implicazioni per quanto riguarda le prospettive etiche, la giustizia, la conoscenza della persona.