Medico britannico si autodenuncia

Michael Irwin, medico e fondatore dell'associazione per la morte dignitosa Friends at the End, sarà in tutta probabilità il primo cittadino britannico incriminato per assistenza al suicidio dopo l'emanazione di nuove linee guida per le procure di Sua Maestà.

Irwin ha scritto una lettera al direttore dei procuratori britannici, Keir Starmer, chiedendo di fatto di essere perseguito penalmente per il reato di assistenza al suicidio, che prevede una pena di 14 anni.

Nell'autodenuncia, il medico dice di aver accompagnato due persone presso la clinica svizzera Dignitas e di aver pagato di tasca sua il viaggio a Zurigo di un terzo paziente. Ed è per questo terzo caso, che riguarda la morte tre anni fa di Raymond Cutkelvin, che Irwin chiede di essere processato. Cutkelvin, 58 anni e impiegato alle poste di Londra, ha scelto di togliersi la vita in Svizzera nel 2007. Era affetto da cancro al pancreas in stadio avanzato.

Solo due mesi fa, Starmer aveva emanato linee guida sull'applicazione del Suicide Act del 1961, la legge che vieta l'assistenza al suicidio. Nelle linee, Starmer fa riferimento a sei "fattori di pubblico interesse contro l'incriminazione" e sedici "fattori di pubblico interesse a favore dell'incriminazione". Fra questi ultimi, di particolare interesse per il medico che si è autodenunciato, il fatto che "il sospetto era sconosciuto alla vittima ed ha incoraggiato o assistito la vittima a commettere o tentare il suicidio attraverso la divulgazione di specifiche informazioni" e che "il sospetto abbia incoraggiato o assistito più vittime che non si conoscevano tra loro".

Nella lettera al capo dei procuratori, Irwin ammette di aver personalmente pagato 1500 sterline - su un totale di 4500 - per permettere a Cutkelvin di morire presso la clinica elvetica.
Ecco alcuni stralci della lettera pubblicati sul quotidiano The Sunday Telegraph.
"Ho inviato l'assegno direttamente a Dignitas, una organizzazione che agisce in conformità con il sistema legale svizzero, e fortunatamente può aiutare i cittadini non svizzeri [con il suicidio medicalmente assistito]. Credo sia molto ipocrita permettere questa possibilità a coloro che possono permetterselo, e negarla invece ai meno abbienti. ... Sono un medico in pensione. Quando possibile, credo che i medici debbano agire in modo compassionevole. Questo è un importante motivo che mi ha spinto ad aiutare Raymond. E sono consapevole che le procure di Sua Maestà, e il sistema legale britannico affrontano i casi di suicidio assistito in Gran Bretagna con altrettanta compassione".
Ma, prosegue la lettera, le nuove linee guida sono "inadeguate in quanto favoriscono l'assistenza da parte di parenti senza nozioni di medicina - invece di medici qualificati - con tutti i rischi connessi all'altissimo numero di tentativi falliti di suicido fai-da-te che risultano in sofferenze ancora peggiori".
L'ufficio del Direttore dei procuratori britannici ha risposto alla lettera con un interlocutorio "stiamo esaminando il caso contro di lei". Così Irwin ha preso nuovamente carta e penna e ha scritto una seconda lettera: "Sono preparato ad accettare le conseguenze - specialmente prechè sono convinto che la pubblica opinione sia dalla mia parte".

Irwin era solo una delle tre persone che hanno accompagnato Cutkelvin in Svizzera tre anni fa. Tra gli altri c'era anche il partner - da 28 anni- dell'uomo. Già nel 2007, il medico e il partner di Cutkelvin furono arrestati, interrogati e poi rilasciati.

A breve si saprà se i due saranno perseguiti penalmente, ma secondo fonti della procura è probabile che si proceda almeno contro Irwin perché perseguibile proprio secondo le nuove linee guida. Linee guida che, secondo gli esperti, possono essere applicate retroattivamente in quanto chiariscono una legge già esistente.

"Mi aspetto di essere incriminato e voglio essere processato. Accetto il fatto che tecnicamente io possa aver violato la legge, ma è una legge debole, una non legge. Voglio solo far emergere il sistema classista dell'assistenza al suicidio, disponibile solo per chi ha abbastanza soldi. Per me, questa è una forma di ipocrisia", ha detto Irwin a The Sunday Telegraph.

Il compagno di Cutkelvin si è detto pronto a sostenere Irwin: "Posso dire solo cose positive su Michael (Irwin). Lo ammiro profondamente", ha detto. "Credo fermamente che il mio partner non avrebbe dovuto essere costretto ad andare all'estero per morire". E come il medico, spera di essere incriminato e condannato: "Se offrono un semplice ammonimento, lo rifiuterò. Il mio avvocato mi direbbe di accettare, ma non lo ascolterei".

Fonte: Aduc Salute - articolo tratto dal quotidiano The Sunday Telegraph del 25 aprile 2010.

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