"Secondo tutte le Società Scientifiche internazionali, la nutrizione artificiale è classificata come terapia non farmacologica sostituiva di una funzione, quella alimentare, parzialmente o totalmente, temporaneamente o definitivamente compromessa".
Lo precisa, in riferimento al caso di Eluana Englaro ed al dibattito in corso alla Camera sul ddl relativo al Testamento biologico, il presidente della Federazione delle Società Italiane di Nutrizione (Fesin) Franco Contaldo.
Per essere attuata, rileva Contaldo, la nutrizione artificiale "richiede un team specialistico che deve comprendere un medico, un dietista, un infermiere, un farmacista specialista ed il consenso informato del paziente o un suo delegato".
Il principio di autonomia, prosegue l'esperto, "obbliga al rispetto delle volontà del paziente, quindi a garantire l'attuazione delle cure tutte le volte che sono necessarie e che il paziente le accetta".
Secondo Contaldo, dunque, "affermare che la nutrizione artificiale è una terapia è la vera tutela - quindi anche rispetto dei principi di cautela e precauzione evocati dal ministro Sacconi - per il paziente e per la sua libertà di affermare, nel rispetto delle leggi, la sua identità di persona ed il suo diritto alle cure mediche".
Quindi, un auspicio: "Speriamo che i partiti politici italiani discutano e realizzino una legge sulle disposizioni anticipate di trattamento tenendo anche conto delle dichiarazioni degli addetti alla salute, che si sono espressi chiaramente sulla nutrizione artificiale anche nel nostro Paese attraverso le Società Scientifiche e gli Ordini Professionali, e che si sono anche confrontati su questo tema con associazioni di ammalati e rappresentative della società civile".
Fonte: ADUC Salute