La paura della morte e del suicidio vengono instillate nella testa del popolo ignorante con favole inventate ad hoc da 'una ciurmeria di sacerdoti impostori' (G. Spini, F. Venturi, Dai libertini agli illuministi, in Rassegna storica del Risorgimento, anno XLI, Fasc. IV, ottobre-dicembre 1955, pp. 790-808), interessati soltanto al potere.
Ma la ragione dimostra come in Natura soltanto gli esseri umani – e non tutti: basti pensare ai bambini, ai folli, agli stessi martiri religiosi, nota l' Autore – ne hanno paura, proprio perché tale paura viene abilmente inculcata all' uomo dall' esterno.
Sempre osservando la Natura, si può rilevare che questa considera il suicidio come atto giusto: nel momento in cui gli animali, per qualsiasi motivo hanno davanti a loro una vita di dolore e di sofferenza, si lasciano morire di fame o di inedia.
Perché non possono fare altrettanto gli esseri umani? Non certo perché il suicidio è un atto sbagliato: i concetti umani di giusto e di sbagliato cambiano nel tempo e da cultura a cultura, in quanto prodotti del pensiero umano.
'Il primo illuminista della Penisola', come lo definisce Pietro Gobetti (Risorgimento senza eroi, Torino, Einaudi, 1926, pagina 26) a favore dell' autodeterminazione dell' essere umano per quanto riguarda la sua vita biografica, nel rispetto delle leggi che governano la Natura.