L'esperienza del dolore. Le forme del patire nella cultura occidentale

Autore: 
Salvatore Natoli
Anno: 
1986
Casa Editrice: 
Feltrinelli

Il dolore è un'esperienza privata, incomunicabile. Lo si esperisce in completa solitudine. 'Eppure del dolore si parla' (pagina 10): chi soffre ricerca la con-passione dell'altro, la partecipazione dell'altro da se alla propria sofferenza interiore; perché chiunque nella propria vita ha conosciuto il dolore, avendolo provato su se stesso.
Il dolore, inesprimibile, necessita di un linguaggio con il quale palesarsi: al di là delle parole, servono delle maschere atte a rappresentare tutta quella gamma di sensazioni ed emozioni provocate dal dolore in tutto il suo manifestarsi.
A tale scopo la società crea un vocabolario, verbale e non verbale. Su tale vocabolario vengono creati riti, pratiche terapeutiche e sistemi filosofici, allo scopo di rendere sopportabile la sofferenza al singolo ed alla collettività. A dare un senso al dolore, di per se stesso immotivato.
Nel mondo occidentale, tragedia (nel mondo classico) e redenzione (nel mondo giudaico-cristiano) si sono succedute a tale scopo: si sono scontrate, si sono fuse e si sono infine annullate, per lasciare l'essere umano contemporaneo in balìa di un'era nuova, fondata sulla tecnica; la quale, lungi dal dimostrarsi infallibile come la si credeva, ha in breve tempo dimostrato i propri limiti, creando incertezza nell'uomo riguardo al futuro.

Salvatore Natoli ripercorre nel suo libro la storia del pensiero greco dalle sue origini fino allo scontrarsi con la tradizione giudaica proveniente dall'oriente, l'affermarsi di questa ed il suo successivo modificarsi, grazie al pensiero cristiano-paolino ed alle assimilazioni delle più svariate tradizioni popolari del mondo romano, nel Cattolicesimo, fino all'attuale affermarsi della fede nella tecnica con i suoi ormai evidenti carichi di incertezza per il futuro dell' essere umano.

Autore recensione: 
Giacomo Alpini
Voto: 
6
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