Le stanze degli ultimi giorni per i bambini che dicono addio

Sulle pagine de La Repubblica del 16 luglio 2010 Michele Bocci, nella cronaca di Firenze, parla dell'apertura del nuovo e primo hospice pediatrico d'Italia, inaugurato pochi giorni fa al Meyer.

Riportiamo di seguito l'articolo.

Due appartamenti con le finestre affacciate sul giardino del Meyer, per ospitare i bambini senza più speranze di guarire che non possono tornare a casa e le loro famiglie. Sono stati inaugurati ieri e fanno parte del primo hospice pediatrico d' Italia. In ospedale preferiscono chiamarlo struttura residenziale di leniterapia, un nome dall' impatto emotivo meno forte. Il miniappartamento ha un lettone che può accogliere il bambino con i genitori e una piccola cucina con pareti di colore rosa pesca. Familiari e amici potranno visitare la famiglia senza dovere passare dai reparti e anche i medici per entrare dovranno suonare per garantire la privacy. Al tempo stesso la famiglia può servirsi dell' ospedale per tutti i bisogni assistenziali necessari. Le stanze sono state inaugurate per il decennale della creazione della Fondazione Meyer, la onlus che sostiene le attività dell' ospedale pediatrico fiorentino. Solo nell' ultimo triennio grazie ai suoi 13 mila donatori per lo più privati ha raccolto oltre 11 milioni di euro usati per il 62% per finanziare l' attività sanitaria, tecnologica e di ricerca scientifica del Meyer, per il 17% per l' accoglienza interna e solo per il 7,73 % in spese di personale e attività di consulenza. In occasione del decennale son stati anche presentati sei nuovi posti letto per la terapia subintensiva pediatrica, collocati di fronte alla rianimazione. «Il Meyer nel tempo è cresciuto diventando, da ospedale fiorentino e toscano poi, uno dei tre maggiori centri pediatrici italiani - dice il direttore generale e presidente della fondazione Tommaso Langiano. - Un policlinico per la cura dei bambini che, proprio per sostenere le alte specialità mediche e chirurgiche e la ricerca scientifica che nasce dal letto del piccolo paziente per dare risposte diagnostiche e di cura, trova nella sua Fondazione un importante supporto. Che si estende anche all' accoglienza del bambino e della sua famiglia attraverso il sostegno alle residenze per i pazienti che arrivano da fuori Firenze, e di tutte quelle attività che riducono l' impatto con l' ospedale, come i clown in corsia».

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