Il testamento biologico riparte

Nei giorni scorsi è ripreso alla commissione degli Affari sociali della Camera dei deputati l’iter per la legge sul testamento biologico.

Il 10 settembre 2009, infatti, si è tenuta alle ore 11 la prima riunione dell’ufficio della presidenza per stabilire il calendario dei lavori.
Il presidente della commissione Giuseppe Palumbo (Pdl) che aveva decretato, prima dell’inizio della pausa estiva, la chiusura delle iscrizioni al dibattimento, ha dichiarato che martedì 15 settembre 2009 sarebbero ripresi a pieno ritmo i lavori della commissione degli Affari sociali della Camera dei deputati.
Entro la fine della settimana (giovedì, con 3 sedute), il presidente ha auspicato di poter concludere, insieme all’intera commissione, il dibattimento iniziale per poi passare alle audizioni dato che, dei deputati ammessi a parlare, soltanto 30 devono ancora presentare il loro intervento.
Palumbo spera di poter veder arrivare in aula il testo prima della fine del mese di ottobre, dicendo di essere convinto che, alla fine della discussione, il testo base scelto sarà, quasi sicuramente, il ddl Calabrò approvato dal Senato.
Di avviso diverso, però, risulta essere l’opposizione secondo cui la legge sul testamento biologico rischia di uscirne stravolta.
Nei giorni scorsi Ignazio Marino ha dichiarato: “c’è bisogno di un dibattito approfondito, di ascoltare gli esperti della materia, i medici, le associazioni dei pazienti. E poi serve un confronto politico libero dai pregiudizi e dalle logiche di appartenenza ad un partito o a uno schieramento. La legge sul testamento biologico interessa ogni individuo e per questo il Parlamento deve tenere conto anche dell’orientamento generale della popolazione. Su un tema così delicato non si può ignorare quello che pensa la gente, altrimenti ci ritroveremo con una legge che non servirà a nessuno. Il dibattito al Senato è stato influenzato dall’emotività legata alla drammatica vicenda di Eluana Englaro. Ora, in un clima diverso, mi auguro davvero che alla Camera si riesca ad avviare un dibattito pacato e costruttivo, che si riprendano i principi generali contenuti nel mio disegno di legge e che si riesca a migliorare il pessimo testo di legge votato a Palazzo Madama.”

A cura della dott.ssa Emilia Uccello

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