Nella vita di tutti i giorni, il dolore ha la funzione di avvertirci che qualcosa nel nostro organismo non funziona come dovrebbe. Quando il dolore non è più legato a nessuna patologia, ma diventa esso stesso una malattia a tutti gli effetti, deve esso stesso venir trattato come malattia e curato di conseguenza.
Questo in sostanza il tema del Convegno nazionale intitolato "Le vie del dolore sono infinite. Curiamo i dolori inutili" svoltosi a Pisa il 4 febbraio 2003 e coordinato dal Dottor Domenico Gioffré, docente di Eticità della cura del dolore presso la facoltà di Medicina dell' Università di Pisa. Tale evento ha visto la partecipazione di medici, operatori sanitari, filosofi, antropologi, storici dell' arte, esperti di bioetica e teologi; perché, come dice nell'introduzione al volume il Professor Gioffré, "il dolore non è solo una dimensione biologica e medico-sanitaria ma anche un'esperienza soggettiva legata all'individualità, alla cultura, al vissuto e alla storia personale di ciascuno".
Dall'esperienza del convegno, nasce l'idea di pubblicare questo volume, dal titolo importante: Il dolore non necessario. Prospettive medico-sanitarie e culturali, con l'intento di sensibilizzare non solo il personale medico-sanitario, ma anche le istituzioni, le università ed i cittadini italiani – a tale scopo, in appendice al volume è stata inserita la Carta europea dei diritti del malato, scritta nel 2002 da Cittadinanzattiva in collaborazione con 12 organizzazioni civiche attive in altrettanti Paesi aderenti alla Comunità Europea e pubblicata a Bruxelles il 15 novembre 2003 – alla cura del dolore come patologia vera e propria, con medicinali adatti. Secondo i dati emersi durante il Convegno, è risultato infatti come l'Italia si attesti fra gli ultimi paesi al mondo per quanto riguarda la cura del dolore e l'utilizzo di farmaci oppioidi nel campo della terapia e del controllo del dolore.
Non arrendersi quindi davanti alla fase terminale della malattia, quando questa è ormai incurabile, adducendo la scusa che "non c'è più niente da fare", ma prendere coscienza che, arrivai a questo punto c' è ancora tanto da fare per alleviare le sofferenze del morente. Per dirla con Mario Luzi, autore della prefazione al volume: scopo della terapia del dolore deve essere "Non cancellare la sofferenza ma limitarla, per così dire, alla sua funzione necessaria", grazie ad un adeguato trattamento medico e psicologico.