Sul sito della European Society of Palliative Care (EAPC) è stato pubblicato un aggiornamento ed una sostanziale conferma del precedente (2003) documento “Euthanasia and physician-assisted suicide: A white paper from the European Association for Palliative Care.
Il documento, che rappresenta la posizione ufficiale dell’EAPC su questi delicati temi, mira a fornire, mediante 21 puntualizzazioni (statements), un inquadramento etico e un aggiornamento delle evidenze scientifiche su eutanasia e suicidio medicalmente assistito e del loro rapporto con le cure palliative. Il white paper illustra i punti di consenso e quelli di dissenso che i professionisti delle cure palliative (membri del Board of Directors dell’EAPC ed esperti) hanno manifestato su questi temi. Le implicazioni teorico-pratiche di questo position paper sono che: le richieste di eutanasia o suicidio medicalmente assistito sono complesse e devono essere trattate con rispettosa attenzione e gestite con una comunicazione aperta e sensibile pur trattandosi di procedure classificate come estranee alle cure palliative; i malati richiedenti tali procedure devono avere accesso alle cure palliative in quanto la palliazione deve far parte integrante dei sistemi sanitari europei; gli approcci all’eutanasia e al suicidio assistito che stanno emergendo in diversi paesi europei sono vari e in merito ad essi va incoraggiato un dibattito aperto e rispettoso. I primi statements del documento sono dedicati alle definizioni di: cure palliative (riprendendo la definizione OMS del 2002), eutanasia (confermando che tale definizione va riservata solo all’eutanasia cosiddetta “volontaria e attiva”, peraltro escludendo il valore definitorio di aggettivi confondenti quali: “attiva”, “passiva”, “involontaria”, “nonvolontaria”), suicidio assistito, suicidio medicalmente assistito, decisioni di non trattamento per futilità o rifiuto del malato (stigmatizzando che la limitazione terapeutica non è una forma di eutanasia anche se relativa a trattamenti di sostegno vitale), sedazione palliativa (di cui viene ancora una volta riaffermata la piena eticità e la radicale differenza con l’eutanasia purché tale pratica terapeutica venga impiegata rispettando l’appropriatezza delle indicazioni, la proporzionalità dei dosaggi farmacologici e il processo decisionale consensuale). Altri statements precisano che le cure palliative non possono essere mai considerate futili, riaffermano che l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito non devonoessere inclusi nella pratica delle cure palliative, indicano che la Pianificazione Anticipata delle Cure può tutelare l’autodeterminazione del malato riducendo le paure del malato in merito.
Fonte: SICP