"Una legge che impone ai cittadini una scelta morale e decide per loro, privandoli di un diritto fondamentale: la scelta di continuare o sospendere le terapie e di accettarne le conseguenze. Ecco cos'è il testo sul testamento biologico approvato dalla destra al Senato".
Ad affermarlo è il senatore del Pd Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, intervenuto ieri ad una tavola rotonda, presso l'Università di Cagliari, sul tema dell'eutanasia.
"Una legge mal fatta - ha sottolineato il parlamentare dell'opposizione - fondata sull'ideologia e sull'onda emotiva, ma che può essere migliorata alla Camera, ascoltando i cittadini che su questo tema chiedono una cosa sola: poter lasciare delle indicazioni sulle cure cui vorranno o non vorranno essere sottoposti. In nessun paese al mondo si è riusciti a scrivere, in una legge, che idratazione e nutrizione artificiali non sono trattamenti sanitari. Ci vuole meno arroganza etica e più correttezza scientifica".
"Come uomo, come medico e come politico - ha dichiarato Marino - esprimo la mia assoluta opposizione all'eutanasia. Quando il Parlamento sarà in grado di ricominciare a fare il Parlamento e il presidente della Camera Gianfranco Fini tradurrà in atti le sue intenzioni, mettendo in calendario il testo che aspetta il voto dell'Aula, il dibattito sull'eutanasia diventerà davvero secondario".
Queste parole di Ignazio Marino si vanno a sommare alle dichiarazioni già fatte in passato e sostenute sia attraverso i vari organi d'informazione che per mezzo del proprio sito, nel quale, nei giorni scorsi si è anche espresso sulle recenti inziative portate avanti da altre parti politiche, affermando che: "la 'provocazione' di uno spot sull'eutanasia, lanciato dai Radicali, rischia di diventare uno strumento utilizzato impropriamente da questa maggioranza per dire 'noi siamo pro vita, loro pro morte' rendendo ancora più difficile il percorso della legge sul testamento biologico, che attende di essere calendarizzata alla Camera. Personalmente sono contrario all'eutanasia, ovvero a somministrare un veleno per fermare in un momento predeterminato la vita di un'altra persona. Se il Parlamento decidesse di ricominciare a fare il Parlamento e il presidente Gianfranco Fini traducesse in atti le parole tanto chiare e apprezzabili che ha ripetuto anche nei giorni scorsi mettendo in calendario il testo che aspetta il voto della Camera, il dibattito sull'eutanasia diventerebbe un problema davvero secondario.
Va risolta non solo la questione della libertà di autodeterminazione laica della scelta delle terapie, ma anche quella del finanziamento offensivo della legge sulle cure palliative, che è stata dotata di un budget ridicolo, pari a un milione e mezzo di euro. In Germania spendono per lo stesso progetto 150 milioni di euro l'anno! Fino a quando ci sarà una maggioranza 'pro cattiva morte' che non permette davvero l'assistenza per evitare di soffrire nelle fasi terminali della vita, è comprensibile che ci siano gruppi che promuovono la discussione su quella che è alla fine una uccisione, seppur compassionevole" .