E' giunto da poco alla terza edizione il "testamento biologico cristiano" pubblicato congiuntamente, dal 1999, da cattolici ed evangelici tedeschi.
Il nuovo formulario pensato per le disposizioni di fine vita dei credenti è stato adattato per venire incontro al mutato quadro legislativo - divenuto più "liberal" dall'ultima revisione del 2003 - e ha l'obiettivo di mettere sempre più al centro la figura del fiduciario e la sua podestà, anche alla luce della continua evoluzione dei trattamenti medici messi a disposizione dalla scienza, e affinando ulteriormente le disposizioni sui trattamenti sanitari. La preoccupazione dei leader cattolici ed evangelici è quella di non lasciare alcuno spazio ad interpretazioni rispetto alla scelta espressa dal paziente, mettendo al centro la sua responsabilità.
La nuova versione della Christliche Patientenvorsorge (letteralmente "dichiarazioni anticipate del paziente cristiano") è stata presentata al pubblico lo scorso 26 gennaio nel Domforum di Colonia, alla presenza, tra l'altro, di mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca, e del vescovo luterano Jochen Bohl, vicepresidente della Chiesa evangelica in Germania. Il nuovo modello è stato elaborato in collaborazione con la Comunità delle chiese cristiane in Germania (Ack).
Durante la presentazione, mons. Zollitsch come sia "opportuno ed eticamente responsabile" dare disposizioni preventive sul fine vita quando si è "ancora in buona salute" e ha sottolineato "il particolare atteggiamento di aspettativa di molte persone nei confronti delle Chiese".
"Molti , a ragione, si attendono un orientamento e risposte da parte delle Chiese proprio sulle questioni e sui problemi del fine vita" - ha spiegato - "grazie al nostro servizio caritativo, disponiamo di un'ampia esperienza in questo campo. Perciò, molte persone, soprattutto per quanto concerne il fine vita, si sentono al sicuro con la Chiesa".
"Le chiese consigliano di esprimere le direttive di fine vita nominando sempre anche un fiduciario" - ha precisato Bohl - "Solo così potranno essere evitati abusi di quanto precedentemente espresso garantendo la giusta interpretazione dei desiderata del paziente non più in grado di decidere. Da questo punto di vista è prioritaria la scelta del fiduciario rispetto alle mere direttive sul trattamento sanitario".
Friedrich Weber, presidente dell'Ack, si è rallegrato per la riuscita "collaborazione tra le chiese cristiane anche su questo importante tema".
Il titolo completo del documento è "Dichiarazione anticipata cristiana mediante procura preventiva, disposizioni per l'assistenza, preferenze sui trattamenti e disposizioni del paziente" e, con il relativo modulo di testamento biologico, nelle intenzioni delle Chiese cristiane rappresenta un sussidio per affrontare il fine vita e le malattie mortali in conformità con le proprie volontà.
La dichiarazione considera aspetti etico-teologici per un approccio cristiano alla fine della vita terrena, presentando allo stesso tempo i punti di vista giuridici più significativi delle diverse scelte. La versione presentata nei giorni scorsi a Colonia rappresenta un ampliamento e un aggiornamento del testamento biologico cristiano elaborato nel 1999 e successivamente rieditato nel 2003; essa contiene sia le informazioni che i moduli stessi relativi alla procura preventiva, alle disposizioni per l'assistenza, alle disposizioni del paziente e alla dichiarazione relativa ai trattamenti medici preferenziali da applicare alla persona che compila il modulo.
Nella pagina web dedicata dai vescovi tedeschi al documento si invita alla "cautela nel considerare come compatibile con l'etica cristiana una sola procedura", poichè nei singoli casi "la decisione deve risultare dalla situazione concreta della persona morente, dalle sue necessità e deve essere presa in armonia con i suoi desideri e le sue idee". Il riferimento cristiano al documento "non significa che esso possa essere utilizzato solo da cristiani, bensì che esso è basato sulle convinzioni cristiane, come ad esempio il rifiuto deciso all'eutanasia e all'eutanasia assistita da medici".
Centrale nell'impostazione del documento rimane la responsabilità personale della persona.
"L'autodeterminazione" - ha spiegato mons. Zollitsch - "non avviene indipendentemente alla propria fisicita' e neanche indipendentemente dal contesto dei rapporti umani e sociali in cui si vive. L'autodeterminazione, e quindi la responsabilità verso se stessi, è la responsabilità che soggetti terzi" - anche lo Stato - "possono prendere nei confronti di un paziente. La dichiarazione anticipata cristiana intende mostrare un modo in cui è possibile far applicare le proprie convinzioni a fine vita". In questo quadro, ha aggiunto, "occorrono anche persone che accompagnino gli altri proprio al termine della loro esistenza, dando così un importante contributo ad una morte dignitosa".
Fonte: Aduc Salute