Fratelli cattolici perchè tacete?

Riportiamo di seguito la lettera aperta di Daniele Garrone, prete protestante, che dalle pagine di MicroMega 5/2009 indirizza un appello ai fratelli cattolici.

Cari fratelli e care sorelle,

scrivendo queste righe ho davanti agli occhi le centinaia di cristiani cattolici con cui negli ultimi decenni ho avuto la gioia di condividere il cammino ecumenico: laici impegnati, docenti universitari, sacerdoti, vescovi, religiosi e religiose, teologi, giornalisti. Potrei rivolgermi ad alcuni di questi, ma il mio intento non è di sfidare qualcuno, ma di sollevare con franchezza un problema, a mio avviso drammatico.
Con molti di voi ho più volte verificato come siate a disagio di fronte alla piega presa dalla curia e dai vertici della Chiesa cattolica italiana, ad esempio riguardo alle questioni del fine vita e al testamento biologico, alla reintroduzione della messa tridentina, alla riabilitazione dei lefebvriani. […] Eppure tacete. Veniamo a sapere che – mentre l’episcopato cattolico tedesco ha approntato, in collaborazione con la «Chiesa evangelica in Germania», un «Testamento biologico cristiano» già sottoscritto da quasi 2 milioni di credenti (dunque, presumibilmente, da circa 1 milione di cattolici) – in Italia è stato avviato un provvedimento disciplinare contro 41 sacerdoti e religiosi che hanno espresso una posizione del tutto simile; eppure tacete. Vi viene imposto di accettare che quello che è possibile a un cattolico in Germania, in Italia è non solo vietato, ma anatemizzato, e che chi manifesta il suo dissenso dev’essere rimesso in riga. Viene così negato ogni pluralismo all’interno della Chiesa (quel pluralismo reale che è sotto gli occhi di tutti, ma che alla fine non si manifesta) e l’Italia viene sempre più ridotta a un orticello vaticano, certo anche grazie alla interessata e solerte (e nel caso della sinistra, oltretutto totalmente vana, perché nessuna «messa» le procurerà mai nessuna «Parigi») acquiescenza della classe politica. Eppure tacete. Avete davanti agli occhi uno strategico e massiccio processo di normalizzazione delle aperture che il Concilio Vaticano II al tempo stesso esprimeva e avviava, e che so essere un elemento centrale del vostro modo di vivere il cristianesimo. Eppure tacete.
Vi scrivo perché non voglio concludere affrettatamente, da protestante, che nella Chiesa di Roma è giocoforza che avvenga così, visto che per voi l’obbedienza alle gerarchie – anche molto tormentata – è, se non proprio una virtù, un dovere. Vi chiedo però di riflettere su un punto: chi pretende di vincolare le vostre coscienze esercita un potere di cui Dio non fa uso. Di più: nella fede Dio ci costituisce come soggetti liberi, e responsabili solo nei suoi confronti e nei riguardi del prossimo.
La maggior parte di voi sono personalità pubbliche, anche con incarichi importanti: una vostra parola chiara (ad esempio un appello per la sottoscrizione di una versione italiana del «testamento biologico cristiano» della Germania; oppure la rivendicazione della liceità delle posizioni espresse dai 41 preti) farebbe del bene alla vostra Chiesa, che amate, alla cultura italiana, a cui contribuite, e, ne sono certo, anche a voi, che vorreste rivolta alla città e ai credenti un’altra parola cristiana. Questa parola potete dirla voi, alzate la vostra voce. La vostra fede ve ne dà il diritto. Non vi fate conculcare dagli uomini la libertà che Dio vi ha donato. Pensate al vostro battesimo come suggello di questa libertà.

Fraternamente
Daniele Garrone

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