“Cosa fa uno psicologo in un posto come questo?” viene chiesto a Giovanni Marchioro durante il suo primo giorno di lavoro presso il reparto di oncologia dell’ospedale dove ha preso servizio.
Rispondere dovrebbe essere facile per lui, ma in realtà non lo è affatto.
Innumerevoli pensieri affollano la sua mente ed insieme a questi un groviglio di riflessioni che non possono fare a meno di collegarsi a delle storie.
Prima fra tutte è quella umana, quella di uno psicologo che si trova catapultato in un reparto di oncologia e viene a conoscenza di un mondo per lui nuovo. A questa, però, non possono fare a meno di riallacciarsi tutti i racconti presenti, cioè tutte le storie di quei pazienti che si trovano ad affrontare la malattia e cercano in modi diversi di creare un contatto per essere “ascoltati” e poter esprimere così se stessi.
Filo conduttore della narrazione e strumento che lega terapeuta e paziente non è altro che l'empatia.
L'autore, però, nel descrivere la propria esperienza non si sofferma solo sui sentimenti, ma offre la possibilità di comprendere come la psicologia oncologica possa risultare un valido aiuto, avvalorando questa non solo tramite le storie da lui raccontate, ma anche attraverso basi teorico-scientifiche.
Il libro, pertanto, non risulta essere solamente un racconto di esperienza e di vita su due fronti opposti, ma un’opera completa, che permette di dare uno sguardo d’insieme a quel tanto declamato rapporto terapeuta-paziente.