Nel corso dei secoli l’arte medica ha assunto un’immagine sempre diversa e con essa hanno assunto ruoli diversi sia i medici che i pazienti stessi.
Nuland con questo volume vuol presentare al lettore, tramite tre saggi completamente differenti, la vastità dei problemi con cui i medici hanno dovuto confrontarsi in periodi nettamente distinti degli ultimi due secoli. Il tema che tiene uniti questi tre saggi è l’umanitarismo medico.
Nel primo saggio viene presentato, nei suoi aspetti storici, culturali e pragmatici, uno dei temi più dibattuti al giorno d’oggi, il suicidio assistito. Partendo da una visione storica dell’argomento, per poi passare ad una più psicologia ed in seguito più pratica, l’autore vuole proporre un dibattito in modo da far vedere i fatti per quello che sono, ammettendo anche l’impossibilità di una soluzione onnicomprensiva.
Nel secondo invece viene messo in evidenza il tema del furto dei cadaveri che nei primi decenni del XIX risultava una prassi comune, anche se illegale e contraria all’etica, per poter favorire gli studi all’interno delle scuole di anatomia che si stavano sviluppando in quei tempi.
Questo tema che potrebbe essere visto come fuorviante in realtà è facilmente avvicinabile ai giorni nostri seppure in modo diverso, poiché la questione del consenso informato per la ricerca sui soggetti umani continua ad affliggere i grandi nomi della medicina scientifica e a causare ansietà tra coloro che ne potrebbero diventarne in futuro i soggetti. Certamente sono lontani i tempi in cui i cadaveri venivano disseppelliti dalle tombe e venduti, ma il principio di non fornire informazioni adeguate sia al paziente che alla sua famiglia permane un problema per l’opinione pubblica.
L’ultimo saggio presenta una delle grandi icone della medicina, Theodor Billroth, che è risultato essere la figura del medico ideale, essendo non solo medico ma uomo di grande cultura. Fu il maestro di tutta una generazione di medici ed influenzò la pratica, la ricerca e l’etica in ogni nazione in cui la medicina veniva insegnata formalmente. Egli costituisce con la sua vita una lezione per il medico di oggi.