Da oggi, giovedì 20 ottobre 2011, il comune di Aprilia ha dato il via libera al testamento biologico e si è unito a molti altri comuni italiani che hanno già un proprio registro. Il giornale Il Tempo attraverso l'articolo di Riccardo Toffoli ne dà notizia.
Un passo in avanti notevole dopo la votazione in Consiglio comunale di circa un anno fa, dell'istituzione del registro del testamento biologico e dopo la brusca frenata imposta all'istituzione da parte del dirigente del primo settore Rocco Giannini il quale sosteneva che la legge non avrebbe permesso alcun registro di questo genere. Tanto era vero che con una circolare inviata a circa 70 Comuni italiani tra cui Aprilia, i Ministri della Salute Ferruccio Fazio, del Welfare Maurizio Sacconi e degli Interni Roberto Maroni spiegavano chiaramente che l'istituzione del registro non avrebbe avuto alcuna validità e che anzi l'operazione fatta dai Comuni rappresentasse solo una «provocazione politica». «La situazione normativa è di molto cambiata – spiega il dirigente Rocco Giannini - pur considerando sempre che questi argomenti non possono essere lasciati all'autonomia dei Comuni ma fanno parte dei valori generali di uno Stato, l'attuale normativa approvata dalle due Camere nazionali ha permesso di modificare il percorso e quindi, ad Aprilia di far istituire il registro». Da oggi, quindi, il registro sul testamento biologico è attivo. Il consiglio comunale sull'onda della vicenda di Eluana Englaro morta il 9 febbraio 2009 dopo 17 anni di stato vegetativo permanente e dopo una lunga battaglia legale condotta dalla famiglia, ha approvato il 17 novembre dell'anno scorso una mozione che aveva come primo firmatario il capogruppo della Rete Civica Dario Consolandi. Questa mozione godeva dell'appoggio di quasi tutte le liste di maggioranza (ad eccezione di Francesco Locicero dell'Altra Faccia della Politica) e dello stesso sindaco D'Alessio. Con questa mozione votata con 18 voti favorevoli e 6 contrari, si andava ad istituire il registro per il testamento biologico dei cittadini. In pratica chi avrebbe voluto in caso di grave malattia, interrompere le cure, avrebbe lasciato una dichiarazione di questi intenti nel «registro» comunale che avrebbe certificato la volontà del singolo di decidere appunto di interrompere le cure farmaceutiche. Problemi legislativi, superati appunto in questi giorni, hanno ostacolato l'istituzione definitiva del registro fino ad oggi. Il responsabile del procedimento è stato individuato nel servizio cimiteriale. Per qualsiasi informazione ci si può comunque, rivolgere al dirigente del primo settore Rocco Giannini che ha seguito da vicino tutto l'iter con correttezza professionale e deontologica.