Il ruolo dell’hospice all’interno delle cure palliative sta diventando sempre più importante e fondamentale proprio per il beneficio fisico, psichico e sociale riscontrato nei pazienti terminali ricoverati, ma il beneficio riscontrato è effettivamente percepito dall’utente? Esiste un cambiamento della qualità di vita (QdV) del paziente dopo l’ingresso in hospice? Tentare di dare una risposta a questa domanda è l’obiettivo prioritario di questo lavoro. Si è cercato di raggiungere questo obiettivo analizzando i dati raccolti attraverso un questionario, POS - Palliative Care Outcome Scale - sottoposto agli utenti ricoverati in due hospice dell’area fiorentina. I dati sono stati analizzati sia sulla base del punteggio totale che valutandoli per singola area di indagine.
MATERIALI E METODI
Lo studio è stato condotto nel periodo che va dal 1 di giugno 2010 al 30 Luglio 2010 negli Hospice “ Ex Convento Le Oblate” di Firenze e “Fiore di primavera” di Prato. Durante questo periodo sono stati ammessi nelle strutture prese in esame 48 pazienti e in base a criteri di inclusione sono stati reclutati nello studio solo 26 dei 48 pazienti ricoverati. Ai pazienti reclutati è stato sottoposto il questionario POS al 1° giorno di ricovero per valutare la QdV prima del ricovero in Hospice - POS1 -, e poi nuovamente al 7° giorno di ricovero per valutare la QdV dopo l’ingresso in Hospice – POS2
ANALISI E DISCUSSIONE
Dall’analisi dei risultati è emerso un significativo cambiamento della Qdv percepita dai pazienti dopo una settimana di ricovero in hospice: da una media del total score del questionario POS1 di 13.5 con s.e. 1.2 si è passati a una media del total score del POS2 di 9.5 con s.e. 1.1 con una differenza tra prima e dopo di 3.6 con s.e 1.2. con un p di 0.0063. Per quanto riguarda le tre aree di indagine due hanno riportato modificazioni interessanti: l’area “psicosociale” e l’area “qualità delle cure”. La prima da una media di 6,04 con s.e. 0,59 si è passati a una media di 4,31 con s.e. di 0,60. La differenza di 1,72, (p=,0,0086) è prova dell’interesse per il benessere psicologico del paziente e per la sua famiglia, presente in hospice. A riguardo dell’area “qualità delle cure” i risultati mostrano che da una media di 3,5 con s.e. 0,54 si passa a una media di 1,36 con s.e. di 0,35 e con la differenza, di 2,13(p=0,0011): il risultato rispecchia la “filosofia” hospice, incentrata su una diversa concezione di assistenza. Per quanto riguarda i due hospice non sono state riscontrate differenze statisticamente significative, seppure molto interessanti (differenza prima/dopo a Firenze di 4.3 con s.e. 1.4 e p=0,0108; differenza prima /dopo a Prato 2.4 con s.e. 2.1 e p=0,2979): i motivi possono essere ricondotti a un campione ridotto a Prato e a una condizione peggiore all’ingresso dei pazienti la quale non permette di ottenere un miglioramento significativo dopo una settimana.
CONCLUSIONI
È stato evidenziato sia un miglioramento generale, statisticamente significativo, della QdV. sia un miglioramento di 10 items su 11 che indagano nello specifico gli elementi che concorrono a determinare la QdV percepita dal paziente. Sicuramente alcuni dati richiederebbero un ulteriore approfondimento, come ad esempio i dati ricavati dal confronto fra le due strutture, comunque i dati raccolti sono ugualmente indice del ruolo significativo che l’hospice svolge all’interno delle cure palliative.
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