Durante il XXXII Congresso della Società Spagnola sulla medicina di famiglia e della comunità, tenutosi a Bilbao dal 13 al 15 giugno del 2012, è emerso che a causa della disattenzione dei medici spagnoli, il 75,5% della popolazione iberica non sa che ha la possibilità di esprimere le proprie volontà sul testamento biologico, anche se la legge lo permette.
Infatti già dal 2002 la legge spagnola prevede la possibilità per il singolo cittadino di esprimere anticipatamente le proprie decisioni sia su cure e terapie mediche nel caso non possa esprimerle personalmente, sia sul destino del proprio corpo e degli organi una volta deceduto.
Le istituzioni sanitarie pubbliche e i medici di base che si trovano in primis a contatto con l'individuo, conoscendone l’excursus di vita e le patologie che nel corso degli anni li hanno afflitti, invece, non sono soliti informare i propri pazienti su questo strumento, che rappresenta un diritto fondamentale del cittadino. Solo il 6% della popolazione dice di averne parlato con il proprio dottore.
Viene da chiedersi come mai i medici adottino questo atteggiamento. La quasi la metà del personale sanitario intervistato durante un sondaggio i cui dati sono stati, appunto, presentati al Congresso ritiene di sentirsi reticente a toccare un argomento scomodo per i pazienti, mentre il 90% di questi ha dichiarato di non avere problemi a parlare della propria morte.