Biotestamento: approvati articoli 1 e 2, possibile via libera la prossima settimana

Con l’approvazione dei primi due articoli del ddl sul testamento biologico riguardanti la tutela della vita e della salute e il consenso informato, la maggioranza di Governo, allargata con l’Udc, sta dando prova di tenuta. Ieri è ripresa la votazione sugli emendamenti all’art 3 e c’è bagarre su un emendamento del relatore Di Virgilio che restringe la platea dei pazienti toccati dalla legge. Se verranno rispettati i tempi la Camera potrebbe licenziare il testo già per la prossima settimana.

Nei primi due giorni di votazioni l’Aula della Camera ha approvato i primi due articoli del ddl sul testamento biologico. Il primo articolo, approvato a scrutinio segreto con 277 voti a favore, 224 contrari e 16 astenuti, “riconosce e tutela la vita umana, quale diritto inviolabile e indisponibile, garantito anche nella fase terminale dell’esistenza e nell’ipotesi in cui la persona non sia più in grado di intendere e di volere, fino alla morte accertata nei modi di legge”. In questo modo è esplicitamente vietata “ai sensi degli articoli 575, 579 e 580 del codice penale ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio”. Dunque il medico e il personale sanitario e di assistenza deve svolgere attività esclusivamente finalizzata alla tutela della vita, della salute e all’alleviamento della sofferenza.

L’articolo due, anche questo approvato a scrutinio segreto, con 286 voti a favore, 200 voti contrari e 3 astenuti, prevede che “salvo i casi previsti dalla legge, ogni trattamento sanitario è attivato previo consenso informato esplicito ed attuale del paziente prestato in modo libero e consapevole”.

Il medico, insomma, deve chiedere il consenso informato al paziente.

 Il paziente però ha il diritto “di rifiutare in tutto o in parte le informazioni che gli competono. Il rifiuto può intervenire in qualunque momento e deve essere esplicitato in un documento sottoscritto dal soggetto interessato che diventa parte integrante della cartella clinica”. Il consenso informato al trattamento sanitario “può essere sempre revocato”. Nel caso il medico fosse in presenza di soggetto interdetto il consenso “è prestato dal tutore che sottoscrive il documento”, ma “non è richiesto quando la vita della persona incapace di intendere o di volere sia in pericolo”.


Questa mattina i lavori riprenderanno con le votazioni sugli emendamenti all’articolo 3 che è quello centrale dell’intero provvedimento in quanto stabilisce i contenuti e i limiti della dichiarazione anticipata di trattamento. In particolar modo oggi si voterà su un emendamento del relatore Domenico Di Virgilio, (Pdl) che sta facendo molto discutere perchè intende restringere la “platea” dei pazienti toccati dalla legge ai soli malati terminali mentre fino ad ora la previsione era che le Dat potessero applicarsi anche ai pazienti in stato vegetativo.

L’emedamento Di Virglio invece intende restringere il campo di applicazione ai soli malati terminali per i quali è stata “accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico-sottocorticale”. La valutazione dello stato clinico del soggetto è formulata da un collegio medico formato da un anestesista-rianimatore, da un neurologo, dal medico curante e dal medico specialista nella patologia da cui è affetto il paziente.
 Di Virgilio ha spiegato il suo emendamento sostenendo come allo stato attuale lo stato vegetativo è messo in dubbio in quanto “esistono prove scientifiche per cui questi soggetti si nutrono regolarmente, respirano senza aiuti delle macchine e hanno percezioni evidenziate da particolari risonanze magnetiche”.

Questo emendamento dovrebbe aver l’effetto di sopire le fibrillazioni che le modifiche intervenute nei mesi scorsi avevano prodotto nella maggioranza. Dunque dovrebbe spianare la strada ad un’approvazione rapida quando il testo tornerà al Senato per l’ultima lettura.

Fonte: Quotidiana Sanità

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