Il 12 maggio la Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato il ddl sul testamento biologico, terminando nella stessa giornata l'esame degli ultimi due articoli, sui 9 totali di cui è composto il testo.
Un percorso lungo, quello del ddl Calabrò che, approvato il 26 marzo 2009 dal Senato, è arrivato in Commissione a inizio luglio e, tra giugno e luglio prossimi farà il suo ingresso in aula della Camera.
Il relatore del provvedimento, Domenico Di Virgilio, nella giornata di mercoledì ha spiegato che il via libera arriva " dopo un lavoro lungo, iniziato l'8 luglio 2009 e conclusosi oggi 12 maggio 2010, e che si e' protratto quindi per oltre 10 mesi con 43 sedute, 3 delle quali sono state dedicate ad audizioni''.
Il provvedimento è stato approvato a maggioranza con i voti di Pdl e Udc e i voti contrari di Pd e Idv.
Come spiegato all'ASCA dal presidente della Commissione Giuseppe Palumbo, "il testo non è stato stravolto, ma ci sono state delle modifiche importanti che lo hanno cambiato un po' senza mutarne la struttura".
Queste le novità:
ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE
Non sono considerate terapie, come previsto nel ddl Calabrò, ma potranno essere sospese se dovessero risultare non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari o addirittura dovessero danneggiarlo.
SI ALLARGA LA PLATEA
La legge non è rivolta solo ai pazienti in stato vegetativo, ma anche a chi si trova "nell'incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze".
MODALITA'
Valide solo le Dat espresse nelle forme previste dalla legge: solo in forma scritta o dattiloscritta con la firma autografata del "paziente". Vengono quindi esclusi video o ricostruzioni postume.
ASSISTENZA A STATI VEGETATIVI NEI LEA
Ai pazienti in stato vegetativo sarà garantita l'assistenza ospedaliera, residenziale o domiciliare, prevista nei Livelli essenziali di assistenza.
FAMILIARI
Se un paziente non dovesse nominare un fiduciario i suoi compiti saranno adempiuti dai familiari nell'ordine previsto dal Codice Civile.
COLLEGIO MEDICO
Le volontà espresse dal paziente nelle dichiarazioni anticipate di trattamento restano non vincolanti per il medico curante. Infatti, in caso di controversie tra medico e fiduciario interverrà un collegio di medici il cui parere sarà vincolante.
Spiega Domenico Di Virgilio: "La differenza con il testo Calabrò è che in caso di una disputa interverrà un collegio di medici il cui parere sarà vincolante perchè si tratta di una valutazione clinica. Se il medico curante non condividerà la scelta del collegio potrà benissimo non applicarla e rinunciare al suo mandato".
In una nota Livia Turco, capogruppo Pd in commissione Affari sociali di Montecitorio sottolinea il dissenso nei confronti del ddl affermando che "il testo della legge sul testamento biologico, il cui esame si è concluso in Commissione Affari sociali della Camera, non rispetta la volontà del paziente e non prevede la sua presa in carico e la valorizzazione della relazione di fiducia tra medico e lo stesso paziente".
"Rimane da parte nostra una valutazione profondamente negativa dei contenuti del Ddl Calabrò. Rivendichiamo il lavoro fatto in questi mesi per tentare di migliorare il testo imposto dalla Destra che affronta un tema così delicato con un approccio ideologico. Da parte della maggioranza c'è stato un atteggiamento di arrogante chiusura e totale sordità alle proposte del Pd."
"La norma che di fatto impone l'accanimento terapeutico - incalza nella nota - per legge è stato corretta solo marginalmente e in modo pasticciato. Quella mostruosità viola il rispetto della libertà di scelta della persona e l'autonomia professionale dei medici che, per noi, sono i due punti di riferimento fondamentali per una legge umana sul fine vita. Da parte nostra continueremo la battaglia durante la discussione in Aula", conclude.
"Il testo del disegno di legge approvato dalla Commissione Affari Sociali della Camera sancisce l'abolizione della libertà di scelta delle terapie e istituisce l'obbligo alle cure anche contro la volontà del paziente. Una vera sopraffazione". Questo il commento del senatore Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul SSN in seguito all'approvazione del ddl sul testamento biologico di oggi. "Il Pdl - insiste Marino - non ha voluto modificare la sostanza della legge sul testamento biologico, ribadendo una posizione che va contro la libertà di scelta degli individui e va contro la costituzione che sancisce invece tale diritto. I deputati della destra si sono dimostrati ciechi e sordi non solo verso le proposte del Pd, che non sono state accolte solo per logiche di schieramento, ma anche verso la società civile. I medici hanno infatti in più occasioni affermato la loro contrarietà ad applicare l'articolo 3 della legge che impone la nutrizione e l'idratazione artificiale contro la volontà espressa dal paziente. Lo hanno ribadito pubblicamente anche di recente al congresso della CIC, la società che riunisce tutti i chirurghi italiani". "Ora l'ultima speranza è che emerga un po' di ragionevolezza nel dibattito in Aula. Rivolgo fin d'ora un appello a tutti i deputati, soprattutto a coloro che nel Pdl rivendicano una cultura laica e liberale: che lo Stato imponga una terapia ad un essere umano è profondamente illiberale, è un'imposizione inaccettabile che porterà ad una legge che i cittadini rifiuteranno e che i medici cercheranno in ogni modo di aggirare per non venire meno alla loro etica professionale".
"L'approvazione odierna del testo sul cosiddetto testamento Biologico soddisfa il relatore che giudica lo stesso equilibrato e finalizzato al bene del paziente. Lo spazio concesso alla discussione, oltre dieci mesi e 43 sedute, sottolinea che il dibattito ha avuto ampio spazio, è stato libero e partecipato e con l'intervento di chiunque abbia voluto esporre le proprie idee". Così Domenico Di Virgilio, deputato del Pdl e relatore del ddl sul biotestamento in commissione Affari sociali della Camera.
"Le norme previste dal testo approvato in Commissione - ha aggiunto Di Virgilio - hanno confermato "i paletti" previsti dal testo licenziato dal Senato, come l'eutanasia, l'abbandono terapeutico e rispetto della vita umana. Da sottolineare che la legge si fonda su tre punti fondamentali ed irrinunciabili, un'alleanza terapeutica tra medico e paziente indispensabile base per un corretto rapporto di fiducia, su norme precise sul consenso informato, per la prima volta previsto in una legge dello Stato e sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, rispettose della convenzione di Oviedo, dell'autonomia dell'individuo e del ruolo del medico. Le norme approvate sono state sostenute da tutta la maggioranza senza nessun cedimento alle varie componenti in un equilibrio finalizzato ad un testo rispettoso della dignità del paziente e del rispetto della vita umana".