Sulle pagine de L'Unità del 30 aprile 2009 il giornalista Luca Landò riporta l'intervista fatta a Gian Domenico Borasio, professore ordinario di cure palliative presso l'Università di Monaco di Baviera, che non si esime dall'esprimere la propria opinione sul testamento biologico in Italia.
«Il mio consiglio da medico? Emigrare il prima possibile. Lo so, è una provocazione, ma se questa sciagurata legge sul testamento biologico dovesse venire approvata nella sua forma attuale, chi volesse essere sicuro di poter morire in pace dovrebbe andar via dall’Italia».
Recentemente il Gruppo Eventi ha dato vita ad un gruppo di auto-mutuo aiuto online per i malati oncologici con il nome di "Il gruppo di Marina".
Tale necessità è nata dal fatto che le nuove tecnologie comunicative hanno portato ad una vera a propria rivoluzione nell'area dell'interazione sociale. La rete, infatti, fornisce ogni giorno di più nuove risposte a vecchi bisogni nella sfera sociale ed emotiva. Questo è particolarmente vero in campo socio-sanitario, poichè la rete viene sempre di più utilizzata per la ricerca di informazioni specialistiche in area medica cosi' come per una ampia fascia di domanda di sostegno in situazioni di difficoltà, come quelle legate all'affrontare una malattia o una situazione di crisi. La rete diventa cosi' un nuovo luogo (virtuale, ma reale nella sua efficacia ed intensità) di aggregazione e di individuazione di persone con le quali condividere affinità di interessi, di situazioni difficili e di crisi.
Matteo Galletti e Silvia Zullo hanno curato il volume "La vita prima della fine. Lo stato vegetativo tra etica, religione e diritto" edito da Firenze University Press nel 2008.
Entrambi con questo lavoro si sono dedicati alla condizione clinica dello stato vegetativo permanente che ha sollevato, negli ultimi decenni, dibattiti sul trattamento di chi, a causa di lesioni cerebrali, ha perduto irreversibilmente la coscienza pur continuando a sopravvivere biologicamente. Anche i media, infatti, hanno dato ampia notizia di casi internazionali divenuti celebri, come quelli di Karen Quinlan, Anthony Bland, Terry Schiavo. La necessità di riconsiderare il dibattito è stata sollecitata dal noto caso di Eluana Englaro che ha recentemente posto l’opinione pubblica italiana davanti ai dilemmi che possono sorgere alla fine della vita nel contesto della tecnologia medica.
Paolo Pierucci, appartenente al C.I.C.A. (Coordinamento Italiano Case Alloggio HIV/AIDS), ha esposto le sue riflessioni sul ciclo della vita in base soprattutto alla sua esperienza ventennale di accoglienza, di vicinanza, di assistenza e di condivisione con persone affette da infezione da HIV/AIDS presso una struttura residenziale sita in Pesaro (Villa Moscati).
L'Associazione IL MOSAICO ha raccolto le riflessioni sul tempo e la morte del prof. Emilio Baccarini, docente di Antropologia filosofica all’Università Tor Vergata di Roma.
"Non esiste solo il diritto alla cura, ma anche il diritto alla malattia". Questo è quello che afferma il prof. Aniceto Molinaro, docente di filosofia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, nelle sue riflessioni relative alla malattia e alla cura.
Sabato 25 aprile 2009 si è tenuto il Dibattito Pubblico sul Testamento Biologico organizzato dalla Biennale Democrazia che ha coinvolto le città di Torino e Firenze, oltre a tutti i cittadini dell'intera penisola che hanno deciso di partecipare.
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Il Comune di Calenzano, primo in Toscana, avrà un registro dei testamenti biologici dei propri cittadini. Lo ha deliberato il 28 aprile, la Giunta municipale, dando mandato all’area comunicazione e promozione di definire, insieme al Segretario Comunale, gli aspetti organizzativi per attivare il servizio dal primo luglio.
Le associazioni laiche operanti in Roma hanno apprezzato la delibera adottata il 31 marzo 2009 dalla Giunta del X Municipio di Roma che ha consentito l’autenticazione e la registrazione da parte degli uffici delle dichiarazioni di trattamenti sanitari ai quali i cittadini vogliono o non vogliono essere sottoposti nel caso che si trovassero nella impossibilità di esprimere le loro volontà.
"Ma non ne comprende poi la successiva sospensione."*
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha risposto all'appello lanciato il 21 aprile da Paolo Ravasin, da dieci anni malato di sclerosi laterale amiotrofica (Sla), che aveva chiesto di non essere nutrito ed idratato forzatamente.