Il volume ripercorre la storia di Cicely Saunders che ha dedicato la sua vita all'assistenza ai malati "terminali". Dopo una iniziale esperienza come infermiera e la laurea in medicina riuscì a creare in Gran Bretagna una struttura ospedaliera il St. Cristopher's Hospice, modello di iniziative simili. Il libro racconta la rivoluzione da lei compiuta sia in campo terapeutico sia in quello di una maggiore disponibilità e comprensione nei confronti dei malati terminali, della loro sensibilità e dei loro bisogni.
Il problema della malattia cronica è diventato ricorrente in medicina e nella società a causa dell'aumento dell'aspettativa di vita e del miglioramento delle tecniche di cura. La cronicità della malattia ha ripercussioni rilevanti nel contesto familiare e sociale del paziente, che spesso ricadono, con effetti destabilizzanti, sul paziente stesso.
La condizione clinica dello stato vegetativo permanente ha sollevato, negli ultimi decenni, dibattiti sul trattamento di chi, a causa di lesioni cerebrali, ha perduto irreversibilmente la coscienza pur continuando a sopravvivere biologicamente. Anche i media hanno dato ampia notizia di casi divenuti celebri, come quelli di Karen Quinlan, Anthony Bland, Terry Schiavo ed Eluana Englaro. Dietro questi nomi si celano storie individuali, dilemmi morali che sollecitano la riflessione e pongono sfide al diritto.
Possiamo pensare ad una vita senza dolore? Non è possibile e non dovremmo neppure augurarcelo. La nostra stessa sopravvivenza, in assenza del "segnale" dolore, sarebbe messa in serio pericolo. Il dolore, però, può anche essere inutile, come nel caso delle patologie degenerative oppure delle malattie tumorali, che si accompagnano frequentemente a una grande sofferenze fisica fine a se stessa. Nel nostro Paese questi dolori non vengono adeguatamente curati.
Evoluzione e ambiente, libertà di ricerca e responsabilità morale, naturale e artificiale, ruolo della medicina e regole della salute, principi ed eccessi di precauzione, ragione e religione: sulle sfide in cui si giocano i tratti di una società scientificamente matura e democraticamente aperta si confrontano un medico e un filosofo, entrambi convinti che l'impresa tecnico-scientifica sia cultura per eccellenza e che dalla sua crescita dipenda il benessere delle future generazioni.