Il dialogo tra genitori e figli continua anche dopo una cesura traumatica come la morte degli uni o degli altri. Per dimostrarlo Louise Kaplan costruisce un saggio, attingendo alla sua esperienza di psicoterapeuta, senza disdegnare incursioni nella letteratura (Flaubert), nell'arte (Magritte) e nella cronaca lontana e recente (i reduci dell'Olocausto e i desaparecidos in Argentina). Un libro che parla alla mente e al cuore, una confortante meditazione sulla perdita e sul trionfo dello spirito di sopravvivenza dell'uomo.
Le riflessioni su uno dei grandi tabù della nostra società: la morte.
I medici prendono le decisioni e le infermiere le eseguono. Ma è così che dovrebbero andare le cose? Le infermiere si prendono cura dei pazienti in modo continuo e sono spesso fortemente consapevoli dei loro bisogni. I medici, invece, li vedono solo per un breve momento e perciò spesso manca loro quella comprensione che costituisce una condizione necessaria per una buona cura del paziente.
In un periodo in cui si discute sul caso Di Bella, il contributo di un esperto di bioetica.
Il filo conduttore che lega tra loro i diversi interventi, che non si rivolgono esclusivamente agli addetti ai lavori, è il rapporto tra etica e sanità in un'epoca di aziendalizzazione parossistica e di burocratizzazione del welfare. Le riflessioni, di natura filosofica, teologica e politica, partendo dalle origini del pensiero etico in relazione alla cura medica fino alle recenti trasformazioni con la bioetica, evidenziano la problematica più impellente: l'indiscutibile priorità dell'aspetto umano (rapporto medico-paziente) rispetto a quello economico nella gestione della sanità.