Nell'isola di Okinawa vivono le persone più longeve del mondo: non è solo merito delle abitudini sane, ma anche e soprattutto di una vita sociale gratificante e intensa. In Occidente, invece, gli anziani si sentono un peso per la società e si ritrovano senza uno scopo con cui riempire le giornate. Come affrontare serenamente la vecchiaia?
Siamo in tanti a domandarci come moriremo. Temiamo, giustamente, di terminare la nostra vita in uno stato di disfacimento inaccettabile, relegati in un letto, incontinenti, dementi. Abbiamo paura di diventare un peso per le nostre famiglie e per la società. Se siamo stati testimoni di certe situazioni penose, tendiamo a domandarci cosa sarà di noi e ci prefiguriamo gli scenari più drammatici. Come morire? Come mantenere la nostra dignità fino alla fine? L'eutanasia è il solo modo per morire dignitosamente? Decidere di morire è un atto di coraggio? Significa prendere in mano il nostro destino?
In questo libro l'autrice riporta il dibattito sull'eutanasia a una dimensione prettamente umana, estrapolandola dalle polemiche religiose, morali, legali o politiche. Come nel libro "La morte amica", l'autrice racconta ancora una volta la sua esperienza a fianco di chi muore, offrendoci le testimonianze di chi si è confrontato con l'eutanasia e insegna a non aver paura della morte, perché la morte è naturale e non va temuta o isolata negli ospedali.
Le ultime considerazioni sulla vita e sulla morte di alcuni malati terminali. Introduzione di Francois Mitterrand, recentemente scomparso.
Il pianto antico, la lamentazione mediterranea e precristiana sui defunti, è il tema cruciale su cui Ernesto de Martino mette alla prova l'efficacia delle categorie interpretative elaborate nel "Mondo magico". L'esistenza dell'uomo primitivo è perennemente in bilico tra l'affermazione di sé e della propria presenza e l'universo della labilità in cui è costretto a vivere, dove tutto congiura per l'annullamento e la dissoluzione.
Il vero dialogo per divenire "pensiero condiviso" deve fondarsi sul rispetto delle posizioni altrui e sulla serena fermezza nell'esporre le proprie. La grande "scommessa" sulla convivenza compatibile si gioca tentando di far comprendere il proprio punto di vista ed impreziosendo, nei limiti del possibile, "ciò che unisce", ma anche non ignorando che intanto buona parte dei nostri simili vive nell'indigenza più assoluta.