La comunicazione al giorno d’oggi è diventata fonte di grande interesse ed attualità, in quanto ogni singolo evento ad essa collegato tende ad incidere in misura sempre maggiore nella vita di ciascuno di noi, apportando continui mutamenti. Basti, infatti, pensare all’influenza che hanno attualmente televisione, stampa, internet ed altri fonti d’informazione e di comunicazione, che non sono più appannaggio di un’elite, ma patrimonio accessibile a tutti, in qualsiasi momento e luogo.
Il libro Euthanasia and Law in Europe, che ha richiesto due anni di lavoro per il Prof. John Griffiths e gli altri autori, descrive in modo esteso e dettagliato la regolamentazione e la pratica medica delle decisioni di fine vita in Olanda e in Belgio, fornendo una nutrita mole di dati empirici.
Per l'Olanda non manca naturalmente un capitolo circa le decisioni di fine vita in neonatologia e il noto Protocollo di Groningen.
Giovanni Franzoni, monaco benedettino, ha sempre partecipato al dibattito etico e sociale relativo a temi importanti e cruciali relativi al nostro tempo, adottando un punto di vista non rigidamente cattolico ma più libero ed autonomo.
Questo volumetto tratta uno dei temi oggi molto dibattuti: l’eutanasia.
Anche se è stato scritto qualche anno prima che la cronaca e i giornali riportassero in auge l’argomento, questo risulta inserirsi a pieno titolo sulla scena attuale in quanto porta alla luce una serie di domande e di dubbi capaci di far sviluppare una riflessione approfondita in merito.
Arriva, prima o poi, per ciascuno di noi il momento di confrontarsi con il tema della morte e di pensare come questa sia la nostra compagna di viaggio, a volte tanto temuta e sgradita, altre attesa, quasi desiderata, un’amica che ci aiuta a ripercorrere, tramite i ricordi e le emozioni, il nostro cammino.
Il diritto di morire esiste? E’ lecito impedire ad un individuo di disporre della propria esistenza anche quando è diventata insostenibile ed “invivibile”?
Queste sono solo alcune delle domande che si possono incontrare sfogliando le pagine di questo breve testo.
In queste, infatti, Umberto Veronesi cerca di affrontare il delicato e difficile tema dell’eutanasia: un argomento che sempre di più oggi si fa sentire soprattutto alla luce delle moderne tecniche di cura, che possono prolungare in maniera indefinita la vita di chi si trova ad essere in uno stato vegetativo.
In questo libro viene affrontato il tema del dolore inascoltato, sofferenza assopita e mai affrontata da chi ne è soggetto.
Il lutto è un evento che riguarda la vita di ognuno e che in molti casi viene superato senza danni rilevanti. Tuttavia può accadere che l’evento doloroso superi i confini della situazione stressante sfidando la capacità personale di far fronte alla sofferenza vissuta: non si riesce a dare un senso alla perdita subita o alla malattia che ci ha colpito e si entra così in una dimensione di patologia. Sono esperienze dolorose che, se non elaborate almeno in parte, diventano non integrabili nella nostra biografia assumendo le connotazioni di evento traumatico.
La perdita di qualcuno risulta essere esperienza comune a tutto il genere umano, infatti ciascuno nel corso del proprio cammino di vita è destinato a perdere una persona cara, ciò non solo a causa di una disgrazia o di una malattia come in alcuni casi, ma soprattutto perché questo è il ciclo naturale della vita, a cui ognuno di noi è soggetto.
La morte è un evento con cui tutti prima o poi siamo costretti a scontrarci ed in seguito a convivere ed è in quello stesso momento che per noi arriva il tempo di dover dire addio alle persone care.
La problematica multiculturale oggi occupa uno spazio sempre più ampio nei dibattiti e nei media: da tutte le parti si sente dire che la nostra società è diventata multiculturale, che bisogna prepararsi a un futuro multiculturale, che il multiculturalismo è la cultura di domani.
La malattia, la sofferenza e il dolore sono sempre stati fonte di interrogativi per l’uomo, oltre ad essere un duro banco di prova di fronte alla drammaticità degli eventi che, il più delle volte, la vita stessa porta con sé, mettendo in piena discussione quei principi fondamentali su cui ognuno di noi ha basato la sua stessa esistenza e la fede risulta essere uno di questi, se non il più importante.