Questo libro affronta le complesse problematiche di fine vita che un professionista sanitario si trova ad affrontare in ambito ospedaliero. L'approccio è multidimensionale poiché affronta tutte le dimensioni di fine vita del paziente e dei suoi familiari. Il libro è parte del progetto di introduzione e valutazione della versione italiana delle Liverpool Care Pathways for the dying patient (LCP-I), un "percorso integrato di cura" che si pone l'obiettivo di migliorare la qualità delle cure di fine vita erogate da un reparto ospedaliero.
La nostra cultura, contrassegnata dall'apparente trionfo dell'efficienza, dell'edonismo e del successo, allontana ed emargina la morte e il morire; eppure nessuno può chiamarsi fuori da questo che la saggezza popolare e le diverse tradizioni religiose definiscono come il punto di osservazione più realistico dal quale guardare la vita.
Mentre nelle società tecnologicamente meno avanzate il lutto rappresenta un momento di intensa condivisione e partecipazione, nella società moderna e post-moderna il lutto è emarginato, rimosso. Perché? È evidente che l'ospedalizzazione della malattia ha allontanato il morente dall'ambito familiare, trasformando profondamente il tempo e i riti di questo evento, non di rado connotandoli in modo negativo. Quali possono essere i rischi della rimozione di questo momento che rappresenta un traguardo ineludibile della vita?
Il testo nasce dalla riflessione, condotta ormai da diversi anni dal Gruppo Eventi - un'associazione di volontariato romana di cui Livia Crozzoli Aite è, insieme con altri, fondatrice -, sull'esperienza della perdita e del lutto. Per dare sostegno concreto alle persone che hanno perso una persona cara sono sorti i gruppi di auto-mutuo aiuto, nei quali chi ha subito una perdita può confrontarsi con l'esperienza altrui, traendone conforto e dandone a sua volta.