Morte cerebrale, morte corticale, morte cardiaca: tre soglie controverse, che gli ultimi sviluppi della ricerca scientifica hanno obbligato a riconsiderare, al punto che lo stesso Defanti, tra i più noti studiosi italiani di bioetica, ha nel tempo mutato avviso riguardo alla prima, la più cruciale perché è alla base della pratica teraputica del trapianto di organi. Alla concezione della morte cerebrale come "morte prima della morte" Defanti muove alcune obiezioni, al fine di concettualizzarla in un altro modo, e che ne illuminano i limiti bioetici.
Il libro offre una copertura ampia e interdisciplinare delle questioni relative alla morte, al morire e al lutto. Integrando il lato sperimentale e quello accademico, così come la dimensione emotiva e quella intellettuale degli studi sulla morte, questo manuale combina le basi teoriche di ricerca con applicazioni pratiche alla vita.
La complessità crescente del mondo contemporaneo, la burocratizzazione e la specializzazione dei saperi, l'incremento dei contatti tra culture diverse, e ancora la frammentazione della comunicazione interpersonale determinata dall'imperativo che comanda di "essere continuamente raggiungibili", lo sviluppo di tecnologie in grado di far viaggiare l'informazione a una velocità tale da rendere obsoleto il concetto di distanza da coprire: tutto ciò fa avvertire il bisogno di una riflessione filosofica sul tema del comunicare bene, proprio quando non siamo più così sicuri che i nostri standard di va
L'isolamento del morente e la rimozione dell'idea della morte sono espressioni di quel controllo delle emozioni che, secondo Norbert Elias, caratterizza la nostra civiltà. Nelle società industriali avanzate si invecchia e si muore sempre più spesso da soli, angosciati dall'evento innominabile che si approssima. Nelle civiltà del passato, invece, in cui fortissimo era il senso di appartenenza a una comunità che trascendeva l'individuo e che gli sarebbe sopravvissuta, anche la morte poteva essere affrontata senza terrore.
Nel 1996 Engelhardt ha pubblicato la seconda edizione di questo importante manuale, la cui prima versione era apparsa in Italia nel 1991 per il Saggiatore. E' un libro tutto nuovo, e non una semplice revisione o un ampliamento del precedente. Engelhardt sostiene la tesi che in un mondo caratterizzato dal pluralismo etico e dalla presenza di stranieri morali è impossibile individuare la etica valida per tutti.
Il tema della comunicazione è quanto mai attuale al giorno d'oggi, quindi oggi più che mai l'agire comunicativo richiede di essere definito, regolato, orientato. Bisogna far emergere i criteri in base ai quali chi comunica compie le sue scelte. Ecco dunque gli scopi di questo libro: stabilire che cosa significa comunicare bene e motivare all'assunzione, in ambito comunicativo, di alcune scelte piuttosto che di altre. Il libro, in altre parole, cerca di dire come e perché comunicare, e soprattutto come e perché comunicare bene.