Oggi è uscito sulle pagine de L'Avvenire l'editoriale di Mauro Cozzoli dal titolo: "Libertà ed Arbitrio. Fine vita: perchè dire "sì" alle norme in arrivo" in cui si difende la norma che sta per essere approvata alla Camera in merito alle dat e si parla di autodeterminazione.
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Sulle pagine de Il Riformista il sen. Ignazio Marino parla della legge che si sta discutendo attualmente alla Camera e la definisce un'amara bugia in quanto non vi è un diritto di scelta perchè tutto questo non sarà vincolante per il medico.
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Chi sono questi due a cui si riferisce l'articolo si Silvia Cerami pubblicato s l'Espresso? La risposta è molto semplice Gasparri e la Binetti, che con la loro regia, secondo la giornalista, stanno facendo approvare oggi alla Camera il sondino di Stato: una legge medioevale e probabilmente anticostituzionale, la quale secondo personaggi che vanno da Veronesi a Ignazio Marino, sarebbe un vero obbrobrio.
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Quando il Testo sul Testamento Biologico passerà al Senato ''dobbiamo prepararci a raccogliere le firme per un referendum perchè bisogna dare il segno a questa politica che non può calpestare i diritti delle persone''.
Alimentazione e idratazione assistita potranno essere sospese, se non più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo, ma solo ai pazienti in fase terminale.
L'Aula della Camera ha approvato tra grandi polemiche l'emendamento al testamento biologico che stabilisce quando scatta la dichiarazione anticipata di trattamento, la cosiddetta Dat. Il testo, presentato dalla commissione, prevede che le volontà del paziente "assumano rilievo" solo in caso sia accertato che il malato non può comprendere le informazioni dei medici per mancanza di attività cerebrale. Non solo dall'opposizione, ma anche dai banchi della maggioranza, si sono levate voci in dissenso.
Il sen. Ignazio Marino, in merito al decreto legge sul testamento biologico e a quello che in questi giorni sta succedendo alla Camera, dal suo sito www.ignaziomarino.it afferma quanto segue.
Francesco D'Agostino sulle pagine de L'Avvenire critica l'intervento di Stefano Rodotà che è puntualmente tornato ad affacciarsi sulla prima pagina del la Repubblica per vituperare la proposta di legge sul "fine vita" passando ogni limite nella sua, aggressività verbale.
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Stefano Rodotà in questi giorni esprime la sua opinione sulla legge in discussione alla Camera definendola una legge ideologica, violenta, bugiarda, sgrammaticata, incostituzionale [...] quintessenza di un dispotismo etico che vuole imporre a tutti il parzialissimo, controverso punto di vista di una sola parte a chi ha convinzioni, fedi, stili di vita diversi.
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A seguito dell'arrivo alla Camera del ddl sul testamento biologico molti giornali hanno pubblicato articoli in merito, La Repubblica è uno di questi. Sulle sue pagine, infatti, si possono leggere differenti contributi nati dalle penne di Umberto Veronesi, Maria Novella De Luca e Caterina Pasolini.