Il volume di Maria Serenella Pignotti si inserisce all’interno della diatriba esistente sui confini delle cure intensive neonatali.
Scoprire di avere un mieloma multiplo non è una di quelle notizie che Corrado Sannucci si sarebbe mai aspettato di ricevere. Lui, giornalista sportivo de La Repubblica, abituato a scovare e dare notizie, di certo non si sarebbe mai immaginato di essere al centro di un annuncio così importante.
Lo studio delle cerimonie funebri – intese come “rito di passaggio” da una dimensione conosciuta e tangibile come la vita ad un’altra, sconosciuta e misteriosa come la morte – è uno dei temi classici della ricerca antropologica, argomento affascinante e tradizionale per comprendere le diverse culture.
Hanno contribuito all’elaborazione di questo manuale pratico tre medici che da anni si occupano della donazione di organi e tessuti, due psichiatri, una sociologa ed una psicoterapeuta esperte di comunicazione.
In questo piccolo pamphlet interessantissimo Adriano Sofri affronta il delicato e controverso tema dell’aborto, riutilizzando ed offrendo al pubblico riflessioni proprie e di altri autori ed autrici che risalgono a prima del ‘78, anno di approvazione della Legge 194. Fra gli articoli riproposti anche il noto intervento di Pier Paolo Pasolini, (spesso strumentalizzato e completamente travisato da Ferrara.)
Molti di coloro che si occupano delle tematiche di fine vita parlano di cose che intuiscono ma di cui hanno solo esperienze “indirette”: cosa realmente “vive” e “sente” chi è consapevole di essere al limite, nel precario confine tra la vita e la morte.
Cosa percepisce il malato grave della lotta in cui s’impegnano i medici nel far fronte – e cercare di superare- i tanti eventi, preannunciati e improvvisi (e spesso implicanti interventi di assoluta emergenza) per cercare di strapparlo alla sua fine?
Agli ammalati ed ai morenti va dato quanto ci è possibile
Poiché loro sono noi e noi siamo loro
e ciò che gli doniamo è donato a noi stessi.
Nel corso dei secoli l’arte medica ha assunto un’immagine sempre diversa e con essa hanno assunto ruoli diversi sia i medici che i pazienti stessi.
Nuland con questo volume vuol presentare al lettore, tramite tre saggi completamente differenti, la vastità dei problemi con cui i medici hanno dovuto confrontarsi in periodi nettamente distinti degli ultimi due secoli. Il tema che tiene uniti questi tre saggi è l’umanitarismo medico.
“Cosa fa uno psicologo in un posto come questo?” viene chiesto a Giovanni Marchioro durante il suo primo giorno di lavoro presso il reparto di oncologia dell’ospedale dove ha preso servizio.
Rispondere dovrebbe essere facile per lui, ma in realtà non lo è affatto.
Innumerevoli pensieri affollano la sua mente ed insieme a questi un groviglio di riflessioni che non possono fare a meno di collegarsi a delle storie.
Arriva il momento in cui sia i bambini che gli adolescenti sono costretti a confrontarsi con il tema della morte, evento che tende, il più delle volte, a presentarsi improvvisamente, arrivando a sconvolgere l’ordine precostituito e consolidato, che sia l’ambiente familiare che quello sociale hanno tentato di erigere intorno a loro per proteggerli da tutti quei traumi, che una circostanza del genere può scatenare e mettere in atto.