Nel volume viene presentato, in tutta la sua complessità, l'ampio progetto di ricerca triennale che la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università S. Tommaso di Roma (Angelicum) e la Cattedra di Filosofia del Diritto dell'Università Roma II (Tor Vergata) hanno avviato nel dicembre 1999. Il materiale è stato disposto su tre piani metodologici: la teoria, l'esperienza, le prospettive.
Il volume, secondo di una trilogia che presenta la storia deLL'etica, ricostruisce le vicende dell'etica moderna. La prima tappa della ricostruzione è la coesistenza non troppo pacifica fra i paradigmi della legge di natura, della casistica, dell'ars vivendi dal Quattrocento al Seicento. La seconda è la "nuova scienza della legge di natura" di Grozio e Pufendorf con le controversie seicentesche e settecentesche fra diverse versioni del nuovo paradigma. La terza è la sua suddivisione nei due paradigmi che dominarono poi la discussione per due secoli: l'etica kantiana e l'utilitarismo.
Un vero e proprio paradosso, che può assumere contorni tragici, è alla base dell'idea di morte. Da un lato essa rappresenta l'unico dato sicuro e inesorabile, l'unica esperienza comune a tutti, indipendentemente dai luoghi e dalle epoche storiche. Dall'altro lato di essa si tende a parlare il meno possibile, quasi sempre per allusioni o con espressioni indirette o eufemistiche.
Nell'arco della vita, ciascuno di noi può vedersi costretto a decidere della propria salute. La malattia determina una situazione complessa di sofferenza, bisogni, attese, dove l'intervento professionale e il supporto psicologico del medico sono fondamentali. Il percorso di esami e trattamenti, secondo una legge non solo giuridica ma anche e soprattutto morale, dovrebbe essere deciso consapevolmente dal paziente.