L'isolamento del morente e la rimozione dell'idea della morte sono espressioni di quel controllo delle emozioni che, secondo Norbert Elias, caratterizza la nostra civiltà. Nelle società industriali avanzate si invecchia e si muore sempre più spesso da soli, angosciati dall'evento innominabile che si approssima. Nelle civiltà del passato, invece, in cui fortissimo era il senso di appartenenza a una comunità che trascendeva l'individuo e che gli sarebbe sopravvissuta, anche la morte poteva essere affrontata senza terrore.
Nel 1996 Engelhardt ha pubblicato la seconda edizione di questo importante manuale, la cui prima versione era apparsa in Italia nel 1991 per il Saggiatore. E' un libro tutto nuovo, e non una semplice revisione o un ampliamento del precedente. Engelhardt sostiene la tesi che in un mondo caratterizzato dal pluralismo etico e dalla presenza di stranieri morali è impossibile individuare la etica valida per tutti.
Il tema della comunicazione è quanto mai attuale al giorno d'oggi, quindi oggi più che mai l'agire comunicativo richiede di essere definito, regolato, orientato. Bisogna far emergere i criteri in base ai quali chi comunica compie le sue scelte. Ecco dunque gli scopi di questo libro: stabilire che cosa significa comunicare bene e motivare all'assunzione, in ambito comunicativo, di alcune scelte piuttosto che di altre. Il libro, in altre parole, cerca di dire come e perché comunicare, e soprattutto come e perché comunicare bene.
La cura della salute è per l'uomo un 'fenomeno originario'. Ma cosa comporta questo richiamo alle origini? Che cosa significa guarire e quali sono i presupposti dell'arte medica? Gadamer indaga il luogo in cui 'si nasconde' la salute, condizione particolare di equilibrio e armonia, a partire dal mondo greco fino a toccare le problematiche della medicina moderna. Dalla psichiatria alla medicina omeopatica, il filosofo tedesco si rivolge ai medici, ai pazienti e a tutti gli uomini sani alla ricerca di una più ricca comprensione del nostro abitare la terra.
Questo libro intende essere una riflessione su alcuni aspetti del dibattito sulla liceità morale dell'eutanasia non volontaria, attraverso una discussione critica delle principali nozioni filosofiche impiegate dalla bioetica.
La novità del testo, che ha la struttura di un manuale, sta nel presentare la molteplicità dei fattori rilevanti nella comunicazione interpersonale, introducendo gradualmente il lettore alla complessità del fenomeno. La tesi sostenuta è che si è davvero competenti nel comunicare se si possiede una adeguata capacità relazionale. La buona comunicazione si fonda sulla visione del mondo e dei rapporti con gli altri, sulle qualità umane molto più che sulle abilità dialettiche. In sintesi, si è efficaci nella comunicazione interpersonale se si adottano comportamenti etici.
Il libro affronta i problemi etici che riguardano la psicologia come pratica sociale. Alla base vi è la considerazione del ruolo consolidato della psicoterapia e delle varie forme di aiuto psicologico all'interno della cultura occidentale per far fronte a una moltitudine di problemi. Nei diversi capitoli, le implicazioni etiche della psicologia vengono evidenziate in relazione alla morale sociale, alla responsabilità e alle identità terapeutiche che si delineano nelle forme di aiuto e nelle teorie psicologiche.