Lei è una donna di quarantacinque anni, portati niente male. Vita normale, marito, due figli, un lavoro nella pubblica amministrazione. Lui è un "bastardo" carcinoma infiltrante. Al colon. Lei lo scopre un giorno d'estate che sembra uguale a tanti altri e che invece è l'inizio di un viaggio che nessuno vorrebbe mai fare ma se ti capita allora è meglio affrontarlo come la protagonista di questa storia: con ironia, con uno sguardo dissacrante, con una incrollabile voglia di vivere.
Molte pagine di questo libro possono essere lette come un diario o come un delirio, una narrazione dove si confondono realtà e immaginazione, passato e presente, eventi gravi e futili. Si direbbe che l'autore abbia voluto concludere il discorso dei sui scritti precedenti esaurendo in una specie di trilogia un'esperienza di vita. L'inizio del racconto: "Giano ha cento anni e ha deciso di sedersi sotto un nespolo a contare i giorni senza più cedere alle tentazioni mondane. Gli sembra una decisione assennata e adeguata alle circostanze.
Nell'agosto 2007, il professor Randy Pausch ha saputo che il cancro contro il quale combatteva era incurabile e che gli restavano pochi mesi di vita. Ha scelto di lasciare subito il suo lavoro all'università per stare vicino alla moglie Jai e ai loro bambini. Prima, però, il 18 settembre 2007, ha tenuto davanti a 400 studenti e colleghi la sua "ultima lezione", intitolata "Realizzare davvero i sogni dell'infanzia".
E' il racconto di una rinascita, la narrazione di come all'origine di una ma- lattia ci sia sempre un profondo disagio interiore, del modo in cui la soffe- renza può essere allo stesso tempo la prigione di una vita ma anche l'occasio- ne meditata del riscatto e della rigenerazione.
Il diario di Piera è una testimonianza dolorosa e travolgente dell'esperienza del tumore, come solo la conoscenza diretta può dare. Vi si ritrovano un amalgama di sensazioni, impressioni, pensieri ed emozioni che solo il vivere una esperienza del genere può regalare, e che solo una testimonianza diretta può farci capire. La sua importanza viene proprio dal fatto di aver dato voce al dolore, di aver lasciato, attraverso il dolore, una traccia di sé.
"C'è un breve silenzio fra noi, il primario è consapevole dell'annuncio che mi ha dato. Sono stordito dalle ondate di uno choc emotivo totale. Un mieloma multiplo. Siamo a dicembre, arriverò fino a marzo? Riuscirò a sistemare le cose di famiglia in questi pochi mesi? Devo avvertire il giornale che questa sera non potrò essere all'Olimpico per Roma - Valencia. Mia moglie deve trovare un lavoro, dovrò aiutarla in questi giorni. Finisce così improvvisamente la vita, senza mai un avvertimento o un segnale di allarme?
Raccontare la propria vita significa recuperare e dare senso a una materia debole fatta di cose enigmatiche; vuol dire entrare in quell'ambiguità fondamentale che è l'esistenza di tutti. L'intento del libro è quello di mettere in luce i meccanismi psicologici che contribuiscono alla formazione del "pensiero autobiografico". Partendo dalle narrazioni cliniche si realizza un andirivieni tra le comunicazioni in seduta e i lavori autobiografici veri e propri, tra i contenuti delle ricostruzioni della storia personale e gli stili narrativi adoperati.
Alice Sturiale ha vissuto solo 12 anni. Era affetta da una malattia congenita che le impediva di camminare, ma non di vivere con gioia e intensità. Nella sua vita si è sempre divertita a scrivere. Questo libro raccoglie le sue poesie, i suoi pensieri, storie vere e fantastiche. È un regalo di Alice a tutti coloro che l'hanno amata.
Il papa del protagonista e bello, forte, coraggioso e perfino un po' magico. Una storia surreale, ricca di poesia, che ritrae l'immaginario dei bambini.
Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos'è stata la sua vita e di cos'è la vita: "Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto", dice. Così racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità. E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato, delinea un affresco delle grandi passioni del proprio tempo.