Pubblichiamo di seguito l'abstract della monografia di Tiziana Benedetti, studentessa di Scienze Infermieristiche, intitolata: Etnonursing: dall'esperienza ai presupposti teorici.
Pubblichiamo di seguito la Monografia di Irene Cerofolini studentessa del 1° anno di Cdl Specialistica in Scienze Infermieristiche e Ostetriche dal titolo Il fine vita in Pronto Soccorso
Il ruolo dell’hospice all’interno delle cure palliative sta diventando sempre più importante e fondamentale proprio per il beneficio fisico, psichico e sociale riscontrato nei pazienti terminali ricoverati, ma il beneficio riscontrato è effettivamente percepito dall’utente? Esiste un cambiamento della qualità di vita (QdV) del paziente dopo l’ingresso in hospice? Tentare di dare una risposta a questa domanda è l’obiettivo prioritario di questo lavoro. Si è cercato di raggiungere questo obiettivo analizzando i dati raccolti attraverso un questionario, POS - Palliative Care Outcome Scale - sottoposto agli utenti ricoverati in due hospice dell’area fiorentina. I dati sono stati analizzati sia sulla base del punteggio totale che valutandoli per singola area di indagine.
Razionale dello Studio:
L'obiettivo di questa ricerca è stato quello di misurare i risultati che derivano dalla pratica infermieristica con il miglioramento del processo di assistenza e il miglioramento dello stato di salute del paziente.
E' stata fatta una comparazione Italia e Spagna, orientata nel valutare se esistono differenze negli interventi svolti dagli infermieri italiano rispetto a quelli spagnoli nella assistenza alla persona affetta da leucemia.
Quando si pensa al tumore difficilmente lo si associa al bambino perché in generale siamo tutti abituati a pensare e sperare che un bambino debba solo essere sano, felice, spensierato, sereno e che debba solo giocare e divertirsi. Invece questa patologia colpisce anche i bambini e le statistiche dell’Istituto Superiore della Sanità di Roma affermano che ogni anno l’incidenza di nuovi casi nella popolazione sotto i 15 anni di età è di 120-150 casi ogni milione di bambini, praticamente pari al 2% di tutte le neoplasie diagnosticate.
L’accompagnamento alla morte, è un processo in cui l’operato dell’infermiere è predominante e dove la presa in carico della persona nella fase terminale della vita è rappresentata soprattutto da una continua ed intensa relazione di aiuto.
Nell’antica Grecia, i problemi della vita e della morte si discutevano nell’agorà, la piazza ed è importante che la società del terzo millennio trovi un’agorà in cui potersi confrontare, in quanto in fondo non esiste argomento che ci riguardi più da vicino.
"Il giorno seguente non morì nessuno. Il fatto, poiché assolutamente contrario alle norme della vita, causò negli spiriti un enorme turbamento", così inizia e così finisce il più recente capolavoro di Josè Saramago.
Il pensiero della morte è estraneo alla nostra cultura ed in più, è energicamente rifiutato grazie ad una sorta di rimozione psichica, in cui tutto ciò che evoca dolore, viene occultato, generando il motto comune di “vivere la vita come se la morte non esistesse”.
Considerando l’influenza della cultura sulla società e sull’individuo è importante iniziare con il considerare la medicina un sistema culturale e sociale, ciò significa che non costituisce solo sistemi di significato e di norme comportamentali, ma anche a significati e norme che sono connessi a particolari relazioni sociali e contesti istituzionali. Kleinman descrive un modello di tipo ecologico che connette fattori esterni (sociali, politici, economici, storici, epidemiologici e tecnologici) a processi interni (psicofisiologici, comportamentali e comunicativi).