Questo libro intende far riflettere sulla questione del razzismo attraverso la narrazione di episodi quotidiani che spesso conosciamo ma che altrettanto spesso ci ostiniamo a non prendere sul serio.
Il volume tratta il tema delle cerimonie funebri nelle culture "altre" e in un contesto migratorio, soffermandosi sulle basi religiose del rito di ciascuno dei diversi mondi che esistono dietro l'essere immigrato, ma soprattutto mostrandoci quanto esse vengano negate allo straniero che si trova a vivere in mondi come il nostro. L'obiettivo non è solo quello di offrire uno spunto di riflessione, ma è quello di contribuire a rendere consapevole la pratica, orientarla e cambiarla.
"Il libro incontrerà opposizioni e critiche, ma sarà difficile parlare di questi argomenti senza tenerne conto", scrive nella prefazione al volume il cardinale Martini. Gli argomenti sono i più classici, l'esistenza e l'immortalità dell'anima, il suo destino di salvezza o perdizione. Del tutto nuova è invece la trattazione, in cui scienza e filosofia assumono il ruolo di interlocutori privilegiati della teologia, configurando una fondazione del concetto di anima immortale di fronte alla coscienza laica.
Le relazioni tra medici, pazienti e gli altri soggetti che dànno vita ai contesti di cura della salute sono oggi nel pieno di una trasformazione vorticosa. Il volume discute i risultati di un'indagine che si è proposta di esplorare i mutamenti in atto nelle immagini dell'interazione comunicativa che orientano, come mappe, l'agire quotidiano dei medici. L'indagine, condotta attraverso interviste, evidenzia tra essi l'emergere di un crescente malessere comunicativo, pur tra modalità differenti, di far fronte alle sfide relazionali in atto.
Questo libro è fatto di storie: storie dolorose, estreme, di malattia, ma anche toccanti, di aiuto, di relazione. C'è, per prima, la storia umana di uno psicologo che entra in un reparto di oncologia; alla sua, si intrecciano le storie di chi, via via, lo avvicina, gli chiede di essere ascoltato o di ascoltare, prima un po' sospettoso, magari titubante, poi aperto e infine riconoscente. Tra tutte, scorre il filo dell'empatia che scaturisce tra il paziente e l'operatore sanitario alla notizia di una malattia grave, o terminale.
È possibile vivere la vita continuando a progettare dopo avere perso un figlio giovane? Quale risposta all'immensa sofferenza? Quale senso può avere un così grande dolore? Come reimpostare la quotidianità, la vita familiare e sociale, le relazioni interpersonali? Il volume si propone come valido aiuto per genitori e familiari colpiti da un così grave lutto, perché possano non sprofondare nella disperazione e riuscire ad affrontare di nuovo il cammino della vita.