Nel campo della ricerca sulla morte, la dottoressa Elizabeth Kübler-Ross si è meritatamente conquistata grande fama. Le innumerevoli ore che trascorse accanto ai pazienti allo stadio terminale le consentirono di fare scoperte in seguito confermate da altri ricercatori, ormai patrimonio acquisito di questo campo di studio.
La scelta più normale del mondo, un figlio che vuole accudire la mamma malata, e la accoglie nella sua famiglia. Orazio, Maririna, e i figli Silvia, Maddalena, Judith e Francesco, alle prese con nonna Antonia, malata di mente, offrono un racconto "utilizzabile" da tutti quelli che vivono un'esperienza analoga e vogliano riflettere su di essa. La decisione "naturale" di sottrarre una persona alla solitudine e all'abbandono per riempire di affetto e premure le ultime briciole di vita è una decisione carica di conseguenze che la famiglia affronta contando solo sulle proprie forze.
Il volume affronta le molte questioni etiche legate al trattamento dei malati in situazioni critiche. Come si determina un livello "accettabile" di qualità della vita per il paziente? E' "giusto" mantenere in vita un organismo ad ogni costo? In che misura il malato ha il diritto di dare indicazioni sui trattamenti cui desidera essere eventualmente sottoposto nello stadio finale della vita? Rifacendosi all'esperienza di altri paesi, l'autore pone le domande, illustra i problemi e cerca le possibili risposte a una sfida morale che è ormai contrassegno del nostro tempo.
La morte di una persona amata rappresenta l'esperienza emotiva più dolorosa vissuta dagli esseri umani. Nel caso poi in cui sia un bambino a perdere un genitore, per lui principale fonte di sicurezza e benessere, questo tipo di evento può assumere dimensioni catastrofiche, con conseguenze assai destabilizzanti sul piano evolutivo. Per essenza prematura, la morte del genitore di un bambino porta con sé orrore e tragedia al massimo grado. Il volume espone in modo chiaro e diretto un insieme di linee guida che presiedono al trattamento di bambini vittime di un lutto traumatico precoce.