Normative

Il caso Englaro. Nuova sentenza

Normative Mercoledì 9 luglio i giudici della Corte d'appello Civile di Milano hanno concesso di staccare il sondino nasogastrico che alimenta Eluana Englaro, in coma vegetativo permanente dal 18 gennaio 1992 a causa di un incidente stradale.

Il consenso informato e le dichiarazioni anticipate di cura

Sono disponibili le slides dell’intervento di Aurelio Bonelli -Dipartimento di Anatomia Istologia e Medicina Legale Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi- al corso promosso da Gre.ca.le “Come facilitare la scelta informata del paziente”, del 9 Novembre 2007.

Il consenso informato e le dichiarazioni anticipate di cura. Aspetti medico-legali

Diritto alla vita

Il 16 ottobre la Cassazione Civile, sez. I, tramite sentenza n°21748 si è espressa sul Diritto alla vita, Eutanasia, Legittimità e Limiti.

Per ulteriori informazioni: vedi sentenza

Il dolore e la politica: direttive anticipate, testamento biologico e libertà di cura

Nel nostro Paese, con enorme ritardo rispetto all’approvazione della Convenzione Europea di Oviedo (04/04/1997), peraltro ratificata dal Parlamento con Legge n. 145 /(28-03-2001) manca una regolamentazione che garantisca ad un cittadino non più in grado di esprimersi (poiché in stato di incoscienza) il rispetto delle sue volontà - precedentemente espresse in modo esplicito - riguardo alle cure e alle terapie alle quali accetta di essere sottoposto nella fase terminale della vita.

Accanimento terapeutico e testamento biologico

L’esigenza di affrontare il problema dell’interruzione dei trattamenti sanitari al fine di evitare l’accanimento terapeutico, attraverso una regolamentazione in questo ambito, ha portato alla presentazione da parte del Senatore Ignazio Marino, Presidente della Commissione Sanità e dei senatori Caforio, Gilardini,Finocchiaro, Giambrone del Disegno di legge “Disposizioni in materia di consenso informato e dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari al fine di evitare l’accanimento terapeutico”.

Mgf: approvata la legge alla Camera

L’infibulazione diventa reato. E’ stata appena approvata la Legge 150-b che vieta le mutilazioni genitali femminili nel nostro Paese. La pena prevista per questo crimine va da 4 a 12 anni di carcere, con periodi di reclusione più lunghi, nel caso che l’infibulazione riguardi bambine e ragazze minorenni.

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