Questo libro affronta le complesse problematiche di fine vita che un professionista sanitario si trova ad affrontare in ambito ospedaliero. L'approccio è multidimensionale poiché affronta tutte le dimensioni di fine vita del paziente e dei suoi familiari. Il libro è parte del progetto di introduzione e valutazione della versione italiana delle Liverpool Care Pathways for the dying patient (LCP-I), un "percorso integrato di cura" che si pone l'obiettivo di migliorare la qualità delle cure di fine vita erogate da un reparto ospedaliero.
La nostra cultura, contrassegnata dall'apparente trionfo dell'efficienza, dell'edonismo e del successo, allontana ed emargina la morte e il morire; eppure nessuno può chiamarsi fuori da questo che la saggezza popolare e le diverse tradizioni religiose definiscono come il punto di osservazione più realistico dal quale guardare la vita.
Mentre nelle società tecnologicamente meno avanzate il lutto rappresenta un momento di intensa condivisione e partecipazione, nella società moderna e post-moderna il lutto è emarginato, rimosso. Perché? È evidente che l'ospedalizzazione della malattia ha allontanato il morente dall'ambito familiare, trasformando profondamente il tempo e i riti di questo evento, non di rado connotandoli in modo negativo. Quali possono essere i rischi della rimozione di questo momento che rappresenta un traguardo ineludibile della vita?
Il testo nasce dalla riflessione, condotta ormai da diversi anni dal Gruppo Eventi - un'associazione di volontariato romana di cui Livia Crozzoli Aite è, insieme con altri, fondatrice -, sull'esperienza della perdita e del lutto. Per dare sostegno concreto alle persone che hanno perso una persona cara sono sorti i gruppi di auto-mutuo aiuto, nei quali chi ha subito una perdita può confrontarsi con l'esperienza altrui, traendone conforto e dandone a sua volta.
Nell'isola di Okinawa vivono le persone più longeve del mondo: non è solo merito delle abitudini sane, ma anche e soprattutto di una vita sociale gratificante e intensa. In Occidente, invece, gli anziani si sentono un peso per la società e si ritrovano senza uno scopo con cui riempire le giornate. Come affrontare serenamente la vecchiaia?
Siamo in tanti a domandarci come moriremo. Temiamo, giustamente, di terminare la nostra vita in uno stato di disfacimento inaccettabile, relegati in un letto, incontinenti, dementi. Abbiamo paura di diventare un peso per le nostre famiglie e per la società. Se siamo stati testimoni di certe situazioni penose, tendiamo a domandarci cosa sarà di noi e ci prefiguriamo gli scenari più drammatici. Come morire? Come mantenere la nostra dignità fino alla fine? L'eutanasia è il solo modo per morire dignitosamente? Decidere di morire è un atto di coraggio? Significa prendere in mano il nostro destino?
In questo libro l'autrice riporta il dibattito sull'eutanasia a una dimensione prettamente umana, estrapolandola dalle polemiche religiose, morali, legali o politiche. Come nel libro "La morte amica", l'autrice racconta ancora una volta la sua esperienza a fianco di chi muore, offrendoci le testimonianze di chi si è confrontato con l'eutanasia e insegna a non aver paura della morte, perché la morte è naturale e non va temuta o isolata negli ospedali.
Le ultime considerazioni sulla vita e sulla morte di alcuni malati terminali. Introduzione di Francois Mitterrand, recentemente scomparso.