Cinquantanove anni, una vita piena, interamente dedicata al giornalismo, un solo grande amore e due figli quando il medico, dopo accurate analisi, dichiara a Tiziano Terzani che ha tre diversi tipi di cancro, ognuno dei quali sensibile ad una specifica chemioterapia.
Comincia da qui un nuovo viaggio del giornalista fiorentino, il viaggio più difficile ed affascinante, alla ricerca di possibili cure per la propria malattia.
"...e se io e te ci sedessimo ogni giorno per un'ora e tu mi chiedessi le cose che hai sempre voluto chiedermi e io parlassi a ruota libera di tutto quello che mi sta a cuore, dalla storia della mia famiglia a quella del grande viaggio della vita?"
Michela Murgia intreccia nel suo libro sia tradizioni reali della sua terra d’origine - la Sardegna - che l’opera letteraria.
La figura dell’accabadora, infatti, fornisce solo un pretesto di fondo per descrivere e far emergere il racconto, basato sulla storia di due donne che, inspiegabilmente, il destino ha unito in un legame che va oltre quello materno.
La piccola Maria, infatti, diventa “fill’anima” di Bonaria Urrai, la vecchia sarta del paese, che decide di prendersi cura della bambina, ultima di quattro figlie di una giovane vedova.
Opera prima di Margaret Mazzantini - il catino di zinco - risulta essere un romanzo dal linguaggio aspro e duro, che racconta con estrema semplicità e crudezza la vita di una donna, della sua famiglia e delle sue morti.
Esiste forse per ciascuno di noi un posto particolare dove il tempo si è fermato e tutto sembra essere incantato, “un posto delle fragole”, un luogo in cui si è come posti davanti ad uno specchio per vedere quello che siamo diventati, quello che abbiamo perduto e quello che, forse, possiamo ancora ritrovare.
Improvvisamente la morte sospende le sue attività. Allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre in un non meglio specificato Paese nessuno muore più.
Ecco la situazione assurda da cui Saramago parte e dalla quale vuole far partire i suoi lettori.
In tono ironico e sarcastico, attraverso le sue parole, l’autore ci conduce in viaggio in questo Paese e inizia a mostrarci il volto della vita e della morte.
Oscar è solo un bambino di 10 anni, ma la sua vita è già giunta al suo termine, a causa della leucemia che lo sta uccidendo. Non gli resta molto da vivere nell’ospedale in cui è ricoverato e dove passa la maggior parte del tempo lontano dai suoi genitori, che a fatica riescono ad accettare l’insuccesso delle terapie effettuate sul loro unico figlio.
Il piccolo Oscar però sa della sua fine imminente, ma non può parlare a nessuno, perché tutti per paura fanno finta di non saperlo, accrescendo in lui la rabbia e il rancore per quel mondo di adulti ormai così ipocrita ai suoi occhi.
In questo libro viene affrontato il vero spavento, quello reale e concreto di chi scopre all’improvviso che qualcosa non va e inizia irrimediabilmente a pensare alla morte e quello che ne consegue.
Nelle pagine scritte da Domenico Starnone si intrecciano, quasi per gioco, la vita di due personaggi, quella dello scrittore e quella del suo personaggio, opera di fantasia.
Entrambe queste figure riescono in uno strano modo ad influenzarsi e modificarsi a vicenda.
In questo libro si intrecciano il tema della morte e del “diverso”. L’autore Paulo Coelho attinge dalla sua stessa esperienza di vita, i ricordi di tre anni consecutivi vissuti in un ospedale psichiatrico, per portare alla luce una storia, la storia di Veronika, che stanca della propria esistenza decide all’improvviso a 24 anni di togliersi la vita ingerendo una forte dose di sonniferi.
Scoprire di avere un mieloma multiplo non è una di quelle notizie che Corrado Sannucci si sarebbe mai aspettato di ricevere. Lui, giornalista sportivo de La Repubblica, abituato a scovare e dare notizie, di certo non si sarebbe mai immaginato di essere al centro di un annuncio così importante.