Troppo spesso i mass-media si compiacciono di toni da gossip per comunicare su questioni che coinvolgono la sfera più intima dell'essere umano. Scelte drammatiche - come quelle che riguardano la fecondazione e la nascita, oppure la fine della vita - attraggono l'attenzione di giornali e trasmissioni televisive, banalizzate da un linguaggio superficiale e da informazioni inattendibili. Questo volume auspica un'informazione scientificamente corretta e completa, che non invada la dimensione privata delle persone costrette ad affrontare situazioni difficili.
Con l’uso acritico delle terapie piu’ sofisticate e delle tecnologie salvavita si dimentica spesso che al medico va chiesto di ripristinare la salute ed evitare un decesso prematuro, ma non un impegno a combattere e posporre indefinitamente la morte. Sarebbe, infatti, fonte di pericolose illusioni una medicina che, ispirandosi a una ingenua idea di progresso, non riconoscesse alcun limite alla propria azione a perseguisse una vittoria definitiva sia sulle malattie che sulla morte stessa.
Ci sono molte carenze, secondo Baron, nel modo in cui la bioetica viene oggi applicata. Manca, in particolare, una teoria che spinga nella giusta direzione una disciplina basata per ora su giudizi intuitivi. In alternativa, Baron chiede ai bioeticisti di fondare i loro giudizi etici su principi utilitaristici. Stando all'utilitarismo, l'opzione migliore è quella che procura il massimo bene atteso. Provvista di una tale teoria, la bioetica non porterebbe mai a decisioni che danneggiano coloro che sono coinvolti nelle scelte, come talvolta accade oggi.
Per Baudrillard il valore di scambio simbolico è la fine dell'economia poiché viene dissolto l'oggetto concreto dello scambio. Ed è quindi anche la fine del marxismo. Baudrillard sposta la nozione di iperrealismo sul piano economico-sociale. Scompaiono le opposizioni tra verità e inganno, vita quotidiana e spettacolo. Il reale e la propria immagine si assomigliano perfettamente, sono una cosa sola. A esso si collega il simulacro.
Nell'epoca in cui i festival di filosofìa riscuotono il successo dei grandi concerti rock, si può forse cominciare a dire che la filosofia è aperta a tutti quelli che hanno voglia di sperimentarla, non solo agli specialisti. La filosofia discute di temi e problemi che riguardano tutti. Che cosa è giusto o sbagliato? Come si conduce un ragionamento corretto? Che cosa conosciamo? Si tratta allora di capire come entrare nel mondo della filosofia. Come imparare le regole del gioco.
L'uso crescente delle tecniche che consentono di osservare le aree cerebrali attivate durante un particolare compito (PET, fMRI) sta cambiando lo studio della fisiologia alla base delle emozioni e dei comportamenti. Una cosa è essere convinti intellettualmente che la tendenza all'altruismo abbia un fondamento neurologico, un'altra è vedere le aree colorate della PET. Così è nata la neuroetica, un nuovo ambito della ricerca caratterizzato da rilevanti implicazioni per quanto riguarda le prospettive etiche, la giustizia, la conoscenza della persona.
Davanti alla famiglia riunita per la cena, passano sullo schermo della tv immagini di guerra, fame, calamità. Che fare di questo fatto sociale? In un mondo dove i media occupano una posizione dominante, è proprio la dimensione della distanza quella che determina i modi del nostro farci carico del dolore altrui. Il libro affronta tale questione definendo le forme e le modalità di gestione della pietà, fino a mettere in questione il tipo di intervento umanitario che occupa oggi le scene della politica internazionale.